Torreselle, assoluzione per il pensionato accusato di tentato omicidio
Assoluzione piena per Salvatore Corda, pensionato 69enne di origine sarda residente a Torreselle di Piombino Dese, finito sul banco degli imputati con l’accusa di aver tentato di uccidere il vicino, poi chiamato anche a rispondere di lesioni volontarie e di atti persecutori. Il tribunale ha accolto la richiesta della difesa, il penalista Ernesto De Toni e l’avvocato Claudio Galparoli che avevano insistito sulla legittima difesa.
La pubblica accusa, invece, aveva sollecitato la condanna a otto anni e sei mesi (tra 90 giorni le motivazioni).
Si era costituito parte civile il vicino, il 57enne di origine romena Ion Ghirca (lui aveva chiesto 350 mila euro, la moglie 100 mila di risarcimento).
Era la sera del 21 luglio 2021 quando una tragedia fu sfiorata e iniziò l’odissea per Corda, arrestato e finito prima in carcere quindi agli arresti domiciliari con l’accusa di aver aggredito Ghirca con un ceppo di legno. Quest’ultimo abitava con la famiglia al primo piano di una casa in via Fossetta mentre Corda e la moglie vivevano al piano terra: distinti i giardini e l’accesso alle rispettive abitazioni. Per 20 anni la coppia sarda aveva condiviso l’immobile con un’altra famiglia romena, creando dei rapporti di amicizia. Ma tutto era cambiato con l’arrivo di Ghirca, come raccontato davanti al tribunale lo scorso aprile dalla moglie dell’imputato, colta da un infarto in aula.
Le liti e i dispetti erano all’ordine del giorno. E le persecuzioni: Ghirca avrebbe fatto ben 150 chiamate ai Corda in otto mesi. Poco prima dello scontro fra i due, Corda chiama i carabinieri dopo aver sentito Ghirca pronunciare le parole: «Domattina qualcuno morirà» come risulta in un audiovideo depositato tra gli atti del processo e “certificato” dai carabinieri del Ris di Parma. I militari arrivano e il vicino sparisce. Un’ora più tardi Corda e la moglie sono seduti in giardino: è la donna che, all’improvviso, nota l’arrivo di Ghirca con un’accetta in mano. Lei urla e allerta il consorte, anche se i due uomini, divisi da una siepe, sono ciascuno nel proprio giardino.
Ghirca ha sostenuto di essere stato “pescato” da Corda che avrebbe tentato di colpirlo con un bastone al quale lui si sarebbe aggrappato; Corda ha sempre dichiarato di aver reagito parando i colpi, poi di aver usato un ceppo di legno per rispondere e fermare l’aggressore risultato (dalle analisi) pieno di alcol. Dalla strada spunta una carabiniera fuori servizio che, per caso, è in zona: Ghirca è barcollante (riporterà una frattura alla teca cranica) ed affiancato dal figlio trovato con l’accetta in mano; Corda impugna il ceppo di legno.
I legali De Toni e Galparoli avevano sottolineato che la difesa da parte di Corda era stata legittima (era nel suo giardino) e proporzionale (l’imputato aveva usato un bastone per difendersi da un uomo armato di accetta) di fronte a un pericolo imminente, tutto come previsto dalle norme che regolano la legittima difesa.