Ivrea, perde una gamba in moto alla curva del Culoto: dieci anni dopo è in pista al Mugello
La storia di Daniele Nicolino ha il sapore della rinascita: «Volevo riprendere in mano la mia vita»
IVREA. Era il 4 maggio 2014. Daniele Nicolino aveva 26 anni, tornava a Ivrea a dopo una classica gita in moto in valle d’Aosta con gli amici. All’improvviso, il buio. Alla curva del Culoto la sua moto scoda, gli scappa di mano e finisce sotto un guard rail, che gli porta via una gamba. Ecco, ma diciamo che se questo fosse un film, ora ci sarebbe una dissolvenza. Dieci anni dopo, domenica 12 maggio, lo vediamo gareggiare in sella alla sua Ducati, alla Pirelli cup sul circuito del Mugello. Cos’è successo nel frattempo?
È successo che Daniele si è alzato dal letto, ha imparato di nuovo a camminare, con una gamba e una protesi. È tornato in sella a una moto, ha trovato una nuova compagna, ha fatto una figlia. Daniele Nicolino è rinato. Ha ricominciato a vivere. «Quando ero in terapia intensiva - racconta -, e mi ero appena risvegliato, ero nel letto e già dicevo ai miei genitori, che mi sono sempre stati vicini, che volevo una moto, una Bmw. Ce l’ho fatta grazie a loro, alla mia compagna di allora, ai miei amici e al mio desiderio di rivincita».
Daniele arrivò in ospedale gravissimo e lì rimase per un mese e mezzo. La prima settimana, in coma farmacologico. Poi per due mesi e mezzo al centro protesi di Budrio in provincia di Bologna per la riabilitazione. «In quegli istanti lì - spiega Nicolino - non avevo in mente la moto, ma volevo camminare bene e riprendermi in mano la mia vita. La prima volta che ho messo la protesi è stato difficilissimo. Mi sono chiesto, sarò in grado di fare tutto? Poi sono riuscito a spazzare via questi dubbi. Il mio intento era riprendermi la mia vita a 360 gradi».
La vita, appunto. Cinque dopo l’incidente, nel 2019, Nicolino ha una bambina. Ma qui, c’è poco da fare, c’entrano ancora le moto. Dobbiamo per forza tornare su due ruote. «La mia attuale compagna - spiega - era fotografa a una gara al Mugello dove ho corso nel 2017».
Già, perché Nicolino due ani dopo l’incidente, nel 2016, era già in sella alla Bmw che si era promesso di comprare sul letto di terapia intensiva. «I primi metri che ho fatto avevo un po’ di timore - racconta -. Ma stare in moto per me è un piacere, mi fa stare bene, mi fa sentire libero».
Nel 2017 ha cominciato a correre nel campionato Didi, Diversamente disabili, con piloti con disabilità. «Si tratta di una onlus - spiega Nicolino - nata per aiutare le persone disabili a tornare in moto, poi però è riuscita ad allestire questo campionato italiano. Ho corso per tre anni, nel 2017, nel 2018, nel 2019. Il primo sono arrivato secondo, l’ultimo sono arrivato terzo. Poi è nata mia figlia, c’è stato il Covid e ho tenuto un po’ la mia Bmw nel garage e in seguito l’ho venduta».
Già, perché tenere una moto da corsa e gareggiare ha dei costi importanti. Bisogna trovare degli sponsor. Tre anni di pausa, poi all’inizio del 2024, Nicolino ha comprato una Ducati. «Dato che son tornato in moto - spiega –, ho deciso di correre in un campionato per piloti normodotati, la Pirelli cup. Ho già fatto la prima gara domenica scorsa al Mugello. L’esordio è andata bene. Eravamo 38 piloti. Io sono partito dalla posizione 30. Devo dire che non avevo mai fatto una partenza da fermo, nel Didi, si parte col giro lanciato. Così sono partito malissimo: ero penultimo, sono finito 28°. Diciamo che ho fatto un bel po’ di sorpassi. Ora la prossima gara è a Misano».