Udine al centro dell’innovazione cardiochirurgica: qui il primo trapianto a cuore battente eseguito in Europa
Udine al centro dell’innovazione cardiochirurgica. Nella sede dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale sarà presentato il primo trapianto cardiaco a cuore battente eseguito in Europa, cioè un cuore che batte e nel quale continua a circolare sangue anche dopo l’espianto (perfusione).
Un nuovo orizzonte per la cardiochirurgia e un traguardo raggiunto grazie alle moderne tecnologie che permettono di preservare quel prezioso organo che è il cuore.
L’operazione è stata eseguita all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, dove il reparto di cardiochirurgia è guidato dall’abile ed esperto professor Igor Vendramin.
Da anni il centro trapianti, che ha sede al Santa Maria della Misericordia e che è diretto da Roberto Peressutti, vanta innovazioni continue che consentono di trapiantare un numero sempre maggiore di organi. Per quanto riguarda il cuore, l’innovativo intervento che sarà illustrato stamane ha radici che vengono da lontano. Infatti, come commenta l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, «chi ha radici ha futuro».
«Ce lo conferma la tradizione innovativa della cardiochirurgia udinese che consolida un modello al quale dobbiamo guardare con attenzione per un raffronto con il nuovo modello della sanità pubblica, che si basa su organizzazione, innovazione, risposta specialistica all’acuzie e accompagnamento nella fase post-operatoria con una grande attenzione alle necessità del paziente».
«Questa architettura – aggiunge Riccardi –, che si è consolidata e non ha smesso di evolvere dal primo trapianto di cuore del 1985, ci aiuta a immaginare la sanità che ci aspetta, nella quale all’iperspecializzazione degli ospedali Hub (quelli di riferimento) farà da contraltare un capillare sistema di presa in carico che terrà per mano il paziente in ogni momento del suo percorso, restituendolo alle cure del territorio una volta risolta la fase acuta».
Una sanità che già viaggia nel futuro quando si parla di un trapianto a cuore battente, ma è un futuro costruito mattone su mattone. Come ricordato da Riccardi, il primo trapianto di cuore a Udine risale al 1985 ed è stato il terzo eseguito in tutta Italia.
Già allora Udine iniziava a distinguersi, avviando un programma che, nonostante le difficoltà rappresentate dall’essere una sede piccola e decentrata, ha iniziato a ricevere riconoscimenti nazionali con un numero di pazienti in continua crescita, di cui il 50 per cento arrivati da fuori regione. Il miracolo della cardiochirurgia udinese e dei trapianti di cuore inizia a prendere forma, anche grazie alle istituzioni che hanno condiviso le progettualità dei professionisti per partecipare al piano nazionale dei trapianti. Già nel 2007 il Centro udinese ha preservato in una macchina il primo cuore a forma battente, come ricorda il professor Ugolino Livi, che ha guidato per anni la cardiochirurgia dell’Asufc: «Siamo stati battistrada in Italia e tra i primi al mondo. Allora era presente anche il professor Vendramin».
Nell’abilità di Udine hanno creduto anche il Ministero della salute e il Miur, tanto da finanziare due progetti, il primo incentrato sulla preservazione del cuore ancora battente, il secondo sulla rigenerazione di cuori ritenuti non adeguati al trapianto tramite un macchinario e iniezioni di componenti cellulari come i mitocondri, ovvero centrali energetiche delle cellule.
Un progetto, tuttora in fase di sperimentazione, che vedrà la luce tra qualche anno e che, assieme alle altre innovazioni, ha portato a Udine menti brillanti. «A Udine è cresciuta una generazione di professionisti che si è autoriprodotta – conclude Livi –, a loro dobbiamo rendere merito».