Corruzione in Liguria, Giovanni Toti alla caserma della Guardia di finanza per l’interrogatorio con i pm
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ai domiciliari dal 7 maggio con l’accusa di corruzione, è arrivato poco prima delle 11 alla caserma della Guardia di finanza di piazza Cavour per l’interrogatorio con i pubblici ministeri titolari dell’inchiesta sulla corruzione, Federico Manotti e Luca Monteverde. Con loro anche il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati.
Il governatore si era avvalso della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia di fronte alla gip Paola Faggioni, ma in seguito – attraverso il suo avvocato Stefano Savi – si era dichiarato disponibile a essere sentito dai sostituti procuratori una volta terminata la lettura degli atti depositati a sostegno della richiesta di misura cautelare (otto faldoni per un totale di oltre novemila pagine).
Accompagnato dal suo difensore, Toti dovrà chiarire ogni aspetto di una vicenda che ha segnato un vero terremoto nella politica ligure. “Questa vicenda deve essere letta sapendo come vanno da secoli le cose in porto dove ci sono sempre state delle grandi guerre tra terminalisti in concorrenza tra loro, poi concluse con grandi paci”, ha detto il legale Stefano Savi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, rispondendo a una domanda sull’accusa di aver favorito la proroga della concessione Rinfuse che Spinelli avrebbe ottenuto con tangenti per 40 mila euro a Toti, intervenuto sull’Autorità portuale. Solo dopo l’interrogatorio, la difesa presenterà istanza per la revoca dei domiciliari, condizione necessaria per il confronto con la sua maggioranza che potrebbe portare Toti alla scelta delle dimissioni.
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