Elezioni Europee, sondaggio Swg: a Nordest Forza Italia tallona la Lega
La conferma del favore plebiscitario, tra i Fratelli d’Italia. Forza Italia sempre più su, a tallonare la Lega, che pure ancora riesce a mantenere un piccolo margine sugli Azzurri. Poi il Partito Democratico, che si conferma secondo partito in Italia, con un balzo in avanti rispetto alle ultime politiche. E un timido avanzamento (ma un passo indietro rispetto alle Europee di due anni fa) pure del Movimento 5 Stelle.
Spiegato in numeri: Fratelli d’Italia al 28,1%, il Partito Democratico al 23,3%, la Lega al 10,2%, Forza Italia-Noi moderati al 9,4%, il Movimento 5 Stelle all’8,1%. E poi gli altri: Alleanza Verdi-Sinistra, Stati Uniti d’Europa e Azione, gli ulteriori tre partiti che dovrebbero riuscire a superare la soglia di sbarramento del 4%. Sotto, quelli che rischiano di non essere ammessi – Pace Terrà Dignità, Svp, Libertà e Alternativa popolare – “regalando” i rispettivi voti agli altri partiti.
Ecco il sondaggio completo realizzato da Swg per il gruppo Nem
[[ge:gnn:mattinopadova:14326413]]
Sono le preferenze da Nord Est alle prossime elezioni europee, in programma i prossimi 8 e 9 giugno. A dirlo è l’ultimo sondaggio di Swg, realizzato per il gruppo Nem.
Trascrizione in numeri di un quadro politico che, per ogni partito, conferma il trend certificato dalle ultime elezioni politiche. E quindi lo strapotere dei meloniani, che non accenna ad arrestarsi, nonostante i quasi due anni di governo; la crisi della Lega (si pensi al 41% del partito alle ultime Europee, nel 2019) e la rinascita di Forza Italia (dal 5,8% del 2019 al 7,4% del 2022, fino a un ipotizzato 9,4%, tra due settimane).
[[ge:gnn:mattinopadova:14326399]]
Cifre che, se confermate, ridisegneranno del tutto l’assetto della compagine italiana nell’organo legislativo dell’Unione, consentendo ai Fratelli di contare su quattro o persino cinque esponenti, e costringendo invece la Lega a un netto ridimensionamento: non più di due membri (se tutto va bene), come gli alleati-rivali Azzurri. Mentre il Partito Democratico dovrebbe rimanere stabile, contando su tre o quattro seggi.
Saranno elezioni europee importanti, le prossime. Proprio per questo, secondo gli amanti di dati e statistiche, pure le prime che dovrebbero vedere l’interruzione di una tendenza iniziata vent’anni fa: il non voto, l’astensione. Nel 2019, si presentò alle urne il 63,7% della popolazione nordestina; quanto alla prossima tornata elettorale, già il 60-64% degli intervistati da Swg si dichiara propenso a votare, e c’è anche un margine di 15% di indecisi.
Saranno elezioni importanti, perché l’Europa è sempre più snodo e scenario delle decisioni legate ai “macro temi” del domani: l’ambiente e l’immigrazione, su tutti, e poi il posizionamento dell’Unione rispetto ai conflitti in corso. Per questo si sta assistendo alla nascita di una finora inedita “coscienza europea”, a cui fa da controcanto un parallelo inasprimento del vivo antieuropeismo.
Sono sentimenti che coesistono, opposti e coerenti con se stessi. Perché il 48% della popolazione che ha fiducia nell’Unione Europea è collocato nei partiti di centrosinistra, mentre il rimanente 49% rientra nell’alveo del centrodestra.
Ed è per questo che il leader della Lega Matteo Salvini, provando ad attutire il colpo di uno schianto doloroso, ha improntato l’intera campagna elettorale nel segno dell’antieuropeismo più spinto. Con la ciliegina sulla torta: il nome di Roberto Vannacci come candidato di punta, anche se non capolista a Nord Est.
Una decisione che sicuramente muoverà diversi voti, l’8 e 9 giugno, anche se a beneficiarne non sarà necessariamente la Lega. Quel che è certo è che le uscite sulle classi differenziate per i disabili, la definizione dei gay come «anormali» e l’incapacità di dirsi «antifascista» hanno portato in dote al generale una buona dose di popolarità. E infatti non sarà capolista, ma è comunque Vannacci il candidato più conosciuto, a Nord Est, seguito da Flavio Tosi e Alessandro Zan.
Ed è anche il più apprezzato? Ecco, questo no: il primato è di Anna Maria Cisint, sindaca (leghista) di Monfalcone. Primato tra chi la conosce, però; e bisogna ammettere che non sono poi così tanti: dopo Sandra Savino (Forza Italia), è la candidata meno nota, tra quelli presi in considerazione da Swg. E allora, volendo fare sintesi tra notorietà e fiducia, a primeggiare è il dem Alessandro Zan, seguito da Flavio Tosi (che pure, se dovesse essere eletto, non andrà in Europa) e, dopo, da Roberto Vannacci.
Ma c’è un altro dato interessante a proposito del generale. Se il suo indice di gradimento è molto limitato – anzi, è nettamente il più basso, tra quelli dei sette candidati presi ad esempio – la questione cambia radicalmente, quando si delimita il parterre agli elettori della Lega. E quindi se, in una platea generale, soltanto il 25% degli intervistati sostiene di stimarlo, la percentuale sale al 78% tra gli elettori del Carroccio, tra i quali il 63% valuta la candidatura positivamente.
E, a proposito di Lega (e di Leghe), un’ultima nota interessante riguarda le valutazioni a Nord Est sul tema del terzo mandato per i presidenti di Regione, perché è soltanto il 29% degli elettori (il 42%, tra chi si colloca a destra) a chiedere l’abolizione del tetto agli incarichi. Secondo il 39% dei cittadini, il limite dovrebbe essere fissato in due mandati, e in tre per il 22%. Da considerare che Zaia ambisce al quarto.
Numeri e valutazioni che saranno l’ossatura dello scenario politico pronto ad aprirsi dal prossimo 10 giugno.
Nota metodologica: interviste a un migliaio di persone
L'indagine quantitativa è stata condotta con tecnica mista mediante interviste telefoniche con metodo CATI-CAMI (Computer Assisted Telephone / Mobile Interview) e CAWI (Computer Assisted Web Interview) all'interno di un campione di 1.000 soggetti residenti in Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Le interviste sono state somministrate tra il 15 e il 24 maggio 2024. I metodi utilizzati per l'individuazione delle unità finali sono di tipo casuale, come per i campioni probabilistici.
Tutti i parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall'Istat. I dati sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentatività rispetto ai parametri di zona di residenza, età, genere e partito votato alle elezioni politiche del 2022. Il margine d'errore statistico dei dati riportati è del 3,1% a un interveallo di confidenza del 95%