Monselice, lo storico Ghidotti a giudizio per appropriazione indebita
La denuncia da parte dell’Università Popolare di Cologna Veneta gli è valsa il rinvio a giudizio con l’accusa di appropriazione indebita. L’associazione culturale veneta gli contesta di aver trattenuto buona parte dei 50 mila euro versati per un viaggio, ossia le quote che gli associati gli avevano affidato per organizzare dei giorni di visita a San Pietroburgo, in Russia, poi saltati a causa del Covid. Ma Riccardo Ghidotti, 67 anni, stimato storico e critico dell’arte di Monselice, una delle figure più illustri e note della cittadina, assicura di aver restituito l’intera somma e di essere sicuro che il prossimo 12 giugno, all’udienza predibattimentale in Tribunale a Padova, la sua posizione giudiziaria verrà definitivamente risolta.
Ghidotti, stimato e appassionato uomo di cultura di Monselice, oggi è impegnato anche nella campagna elettorale a sostegno della candidata leghista Giorgia Bedin. È capolista del gruppo che porta addirittura il suo nome, “Per il rilancio turistico e culturale – Lista Ghidotti Monselice”, e in passato è stato anche assessore comunale con importanti deleghe, nonché candidato sindaco. Non c’è ambito della vita cittadina in cui non ci sia la firma e l’apporto del 67enne.
La vicenda
Dal 2008 Ghidotti collabora con l’Università Popolare di Cologna Veneta: negli anni ha tenuto varie lezioni ed è stato chiamato anche come guida per visite a Venezia e in altre città italiane, ma anche per viaggi in Francia, Spagna e Austria. Un rapporto forte e di stima reciproca, almeno fino al 2020 quando 44 iscritti avrebbero dovuto visitare Mosca e San Pietroburgo. L’Università Popolare si era appoggiata all’esperto per l’organizzazione del trasporto, dell’ospitalità e come accompagnatore-guida del gruppo. Attività, queste, che occupano molti periodi all’anno di Ghidotti, tanti sono i gruppi che chiedono la sua collaborazione.
Era stato stabilito di suddividere il pagamento delle quote in tre tranche. Il monselicense ha raccolto dagli iscritti i soldi che avrebbe poi dovuto consegnare all’agenzia viaggi. A febbraio del 2020, gran parte dei partecipanti aveva già saldato le due rate iniziali, per un totale di quasi 50 mila euro. Poi è scoppiata l’epidemia di Covid, le frontiere sono state chiuse e il viaggio è saltato. Nel frattempo, però, l’agenzia stessa ha riferito all’Università Popolare di aver incassato solo un’esigua somma, a titolo di caparra: da qui il caos. Gli iscritti al viaggio giustamente hanno iniziato a chiedere indietro i soldi, tartassando il presidente dell’associazione che – denuncia lo stesso – anche per colpa della tensione ha avuto un tracollo dovendo poi subire un intervento chirurgico.
Ricevute di pagamento dei singoli soci alla mano, l’Università Popolare ha denunciato Ghidotti, avviando le azioni legali per il recupero dei soldi. L’epilogo è appunto il rinvio a giudizio del monselicense, e l’udienza del 12 giugno che arriva dopo la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero e l’opposizione degli scaligeri.
La difesa
I legali di Ghidotti, gli avvocati Gianmarco e Gianluca Greggio, ridimensionano la vicenda: «La pandemia Covid ha reso impossibile l’effettuazione del viaggio, e, come previsto dalla normativa emergenziale, il professor Ghidotti ha emesso voucher per la riprogrammazione del viaggio. Purtroppo il noto conflitto russo-ucraino ha reso definitivamente impossibile l’effettuazione del viaggio e, pertanto, Ghidotti ha integralmente restituito le somme incassate, al netto delle spese per servizi di agenzia non recuperabili, a seguito di un accordo amichevole con l’Università Popolare». Nessun soldo rimasto in tasca a Ghidotti, dunque. Pare tuttavia che la tempistica di risarcimento abbia tuttavia irritato il direttivo veronese, che ha avviato il procedimento legale. «Il professor Ghidotti, profondamente addolorato per non aver potuto, per circostante estranee alla sua volontà e dovute a causa di forza maggiore, offrire il servizio programmato, ha ritenuto coerente con la propria storia di vita e professionale, restituire tutte le somme, benché tale scelta abbia comportato esborsi a titolo personale», continuano gli avvocati.
«Quanto alla vicenda penale, Ghidotti si difenderà nelle opportune sedi, rispetto ad accuse infondate e non coerenti con la realtà dei fatti». Le pezze che giustificano l’avvenuta restituzione delle somme, a detta dei legali, basteranno a chiudere il contenzioso e a risolvere la posizione dello storico monselicense.