Allarme Lilt sulle sigarette elettroniche: «Sono pericolose, a rischio i più giovani»
Lilt in piazza sabato contro il fumo. Nella giornata mondiale senza tabacco, la sezione bellunese della Lega italiana per la lotta contro i tumori sarà in piazza dei Martiri con il servizio Dipendenze e il reparto di Pneumologia del San Martino e offrirà la possibilità di sottoporsi alla spirometria e alla misurazione del monossido di carbonio.
Il fumo in provincia
«Il problema del tabagismo interessa estesamente anche la provincia di Belluno Qui si conferma il forte ritardo nella decisione di smettere di fumare, che si colloca in media oltre i 50 anni, mentre la media nazionale conferma la decisione circa dieci anni prima», spiega il dottor Spiridione Della Lucia, vicepresidente Lilt sezione provinciale di Belluno, pneumologo e terapeuta del tabagismo. La percentuale di fumatori bellunesi (19%) è comunque minore di quella regionale (23%) e di quella nazionale (24%). Nel Bellunese il 58% della popolazione tra i 18 e i 69 anni non fuma o ha smesso di fumare (23%). In media vengono fumate 11 sigarette al giorno, mentre i grandi fumatori (3,2%) arrivano almeno a 20. I fumatori occasionali sono lo 0,6% della popolazione. A fumare di più sono ancora gli uomini, con un’età giovane, un livello di istruzione alto e poche difficoltà economiche.
«In Italia il fumo di tabacco causa circa 85 mila morti ogni anno, di cui la metà con età inferiore ai 70 anni. Le malattie fumo correlate sono molte: tumore (1 su 3 è ancora causato dal fumo di tabacco), bronchite cronica ed enfisema polmonare (Bpco), aneurismi dell’aorta addominale, impotenza maschile, malattie cardio e cerebro vascolari (infarto ed ictus)», spiega ancora lo pneumologo. Il fumo di tabacco, insomma, rappresenta la prima causa prevedibile ed evitabile di perdita di salute e di vita ed è anche il primo responsabile di invalidamento e dei costi sanitari necessari per curare i fumatori.
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Le nuove frontiere del fumo
«Stiamo assistendo a una nuova impennata dell’uso delle cosiddette sigarette elettroniche, sia negli adolescenti che nei giovani-adulti: una forma subdola di tossicodipendenza basata sull’uso solo apparentemente innocuo dell’aspirazione di nicotina o meglio di sale di nicotina più facilmente assorbibile e aggressivo e quindi più tossico», prosegue il vice presidente della Lilt. «Molti giovanissimi, fin dalle scuole medie, ne sono affascinati». Per la Lilt «c’è un errato senso di sicurezza nell’usare queste sigarette elettroniche, visto che non c’è tabacco che brucia ma questo sta creando una vera e propria popolazione di tossicodipendenti. Il commercio di questi strumenti proviene quasi interamente dalla Cina ed è notoriamente non certificato, non controllato ed altamente inquinante anche per l’ambiente, con residui di metalli pesanti, ma si muove liberamente tra la forte richiesta e la carenza legislativa».
Cosa fare
Lilt sta cercando di concertare di interventi specifici d’intesa con le istituzioni (scuole, Comuni) e l’Ulss per provare ad incidere sulle scelte «dei nostri giovani e proteggere i giovanissimi dal richiamo della sigaretta, un fascino subdolo costruito ad arte dalle multinazionali. Nella nuova sede organizzeremo incontri di gruppo per smettere di fumare, ripartiranno le campagne di informazione per stili di vita corretti anche nelle scuole».