Aperta un’inchiesta sulle assunzioni fatte dall’ad Novari
L’ex ad di Fondazione Milano Cortina, Vincenzo Novari, avrebbe assunto dipendenti a lui noti perché conosciuti «nell’ambito di suoi precedenti incarichi dirigenziali o per cointeressenze societarie». Si allarga l’inchiesta della Procura di Milano. Oltre all’indagine per corruzione e turbativa d’asta a carico, tra gli altri, di Novari, la magistratura ha aperto anche un fascicolo per abuso d’ufficio e turbativa, al momento senza indagati, sul capitolo delle assunzioni di dipendenti – anche per verificare contratti a persone legate al mondo della politica, dello sport o ai vertici dell’ente – e su altri affidamenti di appalti.
Ieri è stata ascoltata come teste per oltre sei ore una dipendente della Fondazione, che per 17 anni ha lavorato a fianco di Novari anche in altre società. La dipendente, da quanto si è saputo, avrebbe riferito che era sempre Novari a darle i curricula e a decidere sulle assunzioni, un capitolo su cui la Procura ha iniziato a indagare da ieri, ascoltando già anche altri testi dell’ufficio del personale.
Gli inquirenti vogliono capire se le persone portate dentro la Fondazione, legate o a politici o al mondo sportivo o allo stesso Novari o ad altri vertici, fossero state assunte su input specifico e quale ruolo era stato loro assegnato. È stato anche recuperato l’elenco dei 380 dipendenti della Fondazione. Per gli inquirenti è aumentato negli ultimi anni il numero degli assunti con contratti a tempo determinato o indeterminato, ma ci sono anche stagisti o contratti di collaborazione.
Intanto, ieri sono proseguite le perquisizioni, anche nell’abitazione di Novari. Le ricerche sono orientate, oltre che sulle “assunzioni nel periodo Novari”, anche sui “contratti Vetrya” e sugli “sponsor tecnologici e i servizi digitali per Fondazione” . Sono stati ascoltati anche i responsabili della società di consulenza Deloitte (non indagata) in un altro capitolo dell’inchiesta che riguarda i rapporti e i contratti con la Fondazione. La società è subentrata lo scorso mese come sponsor tecnico per contribuire a migliorare e proteggere l’ecosistema digitale. Sotto i riflettori, a quanto pare, un contratto per “l’erogazione di servizi tecnologici e cyber security” per circa 176 milioni di dollari, versati a Deloitte Usa da Fondazione Milano-Cortina.
Intanto oggi i pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis, titolari dell’inchiesta della Gdf, e l’aggiunto Tiziana Siciliano, ascolteranno Novari sull’affidamento dei servizi digitali alla società Vetrya di Tomassini. Il manager ligure, oltre al decreto di sequestro che è stato eseguito ieri nella sua abitazione milanese, ha ricevuto anche l’invito a comparire della procura. Novari, che ha nominato come legale di fiducia l’avvocato Nerio Diodà, potrà avvalersi della facoltà di non rispondere. “Eh andiamoooooo, 5 billion di budget, appena sentito” : così, in una chat interna della sua società, Tomassini avrebbe esultato, come emerge dagli atti, il giorno stesso della nomina, nel 2019, di Novari come ad dell’ente del comitato organizzatore delle Olimpiadi.
«Siamo sempre in contatto con il Cio», ha confermato ieri Giovanni Malagò, presidente della Fondazione, ricordando ancora una volta che le indagini «riguardano una persona andata via con una richiesta esplicita da parte dei soci fondatori, degli enti locali e reiterata dai due governi, Draghi e Meloni». «Il Cio comprende che l’indagine non è diretta contro nessun attuale dipendente del comitato organizzatore. Comprendiamo anche che il comitato ha fornito pieno supporto agli investigatori e sta collaborando con loro», ha dichiarato un portavoce del Cio. E il ministro Matteo Salvini, chiosando sulle inchieste in corso, si è augurato che «la magistratura faccia le sue inchieste in fretta e bene, ma», ha precisato, «“non possiamo aspettare sei mesi o due anni».