Costo della vita troppo alto. Un insegnante su dieci se ne va
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Tanti docenti di ruolo vogliono tornare a casa, al centro-sud: sono il 17 per cento. Pochi quelli che fanno il percorso inverso
PORDENONE. Un insegnante di ruolo su dieci farà le valigie il primo settembre 2024 nelle 40 scuole in Friuli Occidentale: oltre 300 docenti hanno ottenuto il trasferimento 2024-25. L’esodo fuori regione e dai confini provinciali è pari al 17 per cento, con una quota di maggioranza in direzione Roma, Campania, Sicilia, Puglia, Calabria. Un altro 7 per cento ha inoltrato la domanda di mobilità, ma non ha ottenuto il trasferimento.
«La prima fase dei movimenti registra la mobilità di oltre 300 docenti e altri 150-200 che non hanno ottenuto il trasferimento chiederanno l’assegnazione provvisoria e anche l’utilizzo annuale 2024-25». Giuseppe Mancaniello sindacalista Flc-Cgil la chiama una fuga. «A breve saranno noti i trasferimenti degli amministrativi, tecnici, ausiliari, cioè bidelli Ata – ha anticipato il sindacalista –. Ogni anno le domande sono oltre un centinaio e buona parte verso le regioni del centro e sud Italia». I trasferimenti in entrata? «Si contano sulle dita le domande di mobilità da altre regioni nelle scuole pordenonesi: alcune sono mogli di militari».
La fuga verso le scuole del sud degli insegnanti e bidelli di ruolo capita tutti gli anni. «Affitti troppo cari e costo della vita impossibile a Pordenone con un salario di 1.400 euro medio al mese per i docenti e 1.100 ai bidelli – ha spiegato Mancaniello –. Si contano sulle dita di una mano le domande di trasferimento in entrata nelle 40 scuole pordenonesi». Il secondo caso. «L’incompatibilità ambientale in una scuola ha aumentato nel 2024 la richiesta di trasferimento dei docenti da un istituto all’altro – ha aggiunto Mancaniello –. Ci sono casi di insegnanti, anche nelle superiori, che anche per due o tre anni di seguito chiedono la mobilità per cercare ambienti di lavoro più sereni».
Oltre cento trasferimenti docenti a tempo indeterminato nelle superiori pordenonesi, 34 nelle sezioni dell’infanzia, una sessantina nelle primarie e 87 nelle secondarie di primo grado: sono i numeri provvisori della mobilità in cattedra. L’organico nelle 40 scuole territoriali conta oltre 3 mila 200 insegnanti in tutti gli ordini di scuola e poi si aggiungono circa mille precari a caccia di supplenze annuali o temporanee. «I trasferimenti e il precariato aumentano la discontinuità didattica per 36 mila alunni – valuta Ugo Previti sindacalista Uil scuola –. L’organico del personale Ata conta circa 1.040 posti lavoro e poi ci sono i precari: oltre 200 nelle graduatorie cosiddette “24 mesi” e tremila negli elenchi di terza fascia di istituto».
I precari insegnanti e bidelli, amministrativi, tecnici arrivano da altre regioni e dopo la nomina in ruolo sono pronti a fare le valigie per tornare a casa: è questo il fenomeno che spezza la continuità didattica. Nel 2023-24 le domande di mobilità avevano superato il 9 per cento nell’istruzione regionale. Il saldo era negativo un anno fa, per i trasferimenti in ingresso in Friuli: soltanto 36.