L’eporediese Bellono eletto segretario generale della Cgil di Torino
Ivrea
Federico Bellono, sindacalista eporediese di 62 anni, è stato eletto mercoledì 22 maggio nuovo segretario generale della Cgil di Torino. Subentrerà all’ex segretaria Gabriella Semeraro, chiamata a Roma per un incarico nazionale nell’area sanità. Proposto dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini, durante l’assemblea generale svoltasi all’interno del salone Pia Lia, Bellono ha raccolto il 58% dei voti. Una nomina che arriva alla vigilia della manifestazione nazionale a Napoli e nel vivo della campagna referendaria promossa dal sindacato, della quale Bellono è stato finora responsabile organizzativo.
Volto noto del sindacalismo eporediese, in Fiom dal 1996 nei territori di Settimo, Collegno e Ivrea, dal 2010 fino al 2018 assunse il ruolo di segretario generale dei metalmeccanici torinesi, per poi passare nel 2019 alla segreteria della camera del lavoro di Torino. Eppure, nonostante i molteplici incarichi ricoperti fino ad oggi, furono proprio le lotte dei lavoratori Olivetti di Ivrea a segnare un punto di svolta nel percorso di Bellono all’interno del sindacato.
«L’esperienza come responsabile della zona di Ivrea, che coincise con la fase particolarmente complicata e negativa legata alla dissoluzione dell’Olivetti, fu per me particolarmente significativa, oltre che complessa sul piano personale per il coinvolgimento emotivo diretto – racconta Bellono –. Fu una fase importante, che mi costrinse a misurarmi per la prima volta con problemi complessi, in un territorio che aveva ancora un’importanza che andava oltre i suoi confini».
Ora, con la nuova nomina a segretario generale, Bellono continuerà il suo impegno nel complesso territorio torinese. «Le crisi che si sono susseguite in questi anni, e che hanno riguardato quasi tutti i grandi gruppi, hanno prodotto una grande riduzione della struttura industriale – spiega Bellono –. Nel mentre è avvenuto anche un mutamento della struttura stessa, non sempre solo in negativo, ma guardando ai grandi numeri è evidente un grosso elemento di contraddizione: seppure da una parte l’industria si è molto ridotta, allo stesso tempo anche oggi Torino non può prescindere da quest’ultima, che incide sull’andamento di tutti i settori economici. Un campo nel quale, nonostante le incertezze e le riduzione dei numeri, l’automotive rimane di gran lunga il settore trainante». Il più importante, ma non l’unico.
Se infatti l’industria automobilistica rimane la più significativa di Torino, tanti altri nuovi settori si sono affacciati negli ultimi decenni sul territorio. Portandosi dietro però sempre gli stessi problemi. «Anche qui, come in altre aree metropolitane, si è diffuso molto il lavoro povero, paradossalmente all’interno degli stessi settori considerati emergenti – continua Bellono –. Parliamo ad esempio del turismo, della cultura, e in particolare della ristorazione, il non plus ultra dello sfruttamento e della precarietà. Per non parlare poi del settore della logistica, come il mondo dei riders o gli stabilimenti Amazon, i cui meccanismi di sfruttamento e precarietà ricordano quelli dell’industria di diversi decenni fa. Poi c’è il settore dell’edilizia, che col meccanismo infernale del superbonus si è sviluppato in questi anni, ma nel quale si evidenziano maggiormente i problemi della sicurezza sul lavoro e dello sfruttamento dei lavoratori migranti, concentrati non a caso in questi settori dove la ricattabilità è maggiore».