Nuovo park sempre vuoto: all’ospedale Ca’ Foncello la sosta è selvaggia
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Ad aprile l’inaugurazione dei 320 posti a pagamento a servizio del nosocomio di Treviso. Ma la maggior parte degli utenti lo snobba e le auto sono ancora in strada
Trascorso un mese dal giorno in cui si è finalmente alzata la sbarra del nuovo parcheggio del Ca’ Foncello a fare il bilancio sono l’erba che cresce rigogliosa sui tantissimi posti auto mai occupati, e le tante auto parcheggiate in sosta selvaggia tra le vie attorno all’ospedale. Esattamente come prima.
I posti auto snobbati
Sono 320 quelli a disposizione, aperti dopo mesi di rinvii e ritardi il 29 aprile scorso. Quando va bene (ovvero di mattina, quando piove e il traffico aumenta) se ne riempie a malapena la metà.
Al pomeriggio il grande piazzale diviso dalle aiuole è deserto, le sbarre pressoché ferme, il display che indica gli stalli disponibili oscilla tra 313 e 300 posti.
Ogni tanto, a esser buoni, 280. Dove sono le auto? Ovunque ma non lì: in sosta in doppia fila nei parcheggi liberi ad aspettare la prima auto che se ne va; in giro alla caccia dell’occasione dell’ultimo secondo; più facilmente in sosta selvaggia dov’erano anche prima e dove sono sempre state.
La sosta selvaggia
Di mattina come di pomeriggio, quando non ci sarebbe nemmeno il dubbio di trovare uno spazio disponibile nel nuovo parcheggio, le auto continuano a parcheggiare lungo le aiuole spartitraffico dell’area di sosta ovale davanti al Ca’ Foncello (quella per la sosta breve); attorno alla rotonda stessa; lungo – o sopra – i marciapiedi di via dell’ospedale e via Scarpa; negli spazi verdi vicino al rondò della tangenziale dove non c’è nemmeno il cartello di divieto e quindi la sosta è di fatto “ammessa”.
Sono sparite – va detto – le auto che affollavano via Cittadella della salute nel tratto verso il 118, ma di fatto la sosta selvaggia è rimasta.
Avvisi a vuoto
Il comando della polizia locale, sulla scorta di anni in cui fare multe in ospedale era “vietato” vista la cronica mancanza di spazi di sosta, all’apertura del nuovo parcheggione avrebbe potuto mettere mano al taccuino, ma ha preferito aspettare. Prima delle multe ha scelto gli avvisi. «Gentile utente, la informiamo che questa modalità di sosta è vietata» recita il messaggio che da maggio viene lasciato sui parabrezza delle auto lasciate in divieto di sosta, «la invitiamo a rispettare scrupolosamente le norme del codice della strada».
L’“altrimenti...”, non scritto, sarebbe ovvio: altrimenti, multa. Ma ad oggi non ne sono state staccate. Sarà anche per questo che gli automobilisti hanno preferito correre il rischio, continuando a parcheggiare in divieto in quei posti che negli anni sono diventati degli stalli riconosciuti da tutti, tranne che dalla segnaletica.
Il problema costi
Come mai il park non decolla? Non serve l’acume di un Holmes per individuare l’indizio: l’area al fianco della Cittadella della Salute è l’unica a pagamento. E per quanto la tariffa sia leggera (0,50/l’ora per le prime tre ore), questa unicità indice tutti quanti a preferire la caccia ad uno stallo da via Polveriera alla tangenziale, e in caso di urgenza la sosta volante lungo la strada.
Si vedono quotidianamente infatti le auto entrare nella vasta area di sosta davanti al nuovo park, fare zig zag tra le corsie sperando di intercettare uno stallo, e in caso di sfortuna uscire (si sbuca proprio davanti alle sbarre di ingresso del nuovo park) voltare e andare altrove.