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Июнь
2024

Conegliano, biglietto in carcere a Lorenzon: la procura sentirà il “postino”

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Dopo la richiesta di rinvio a giudizio dei tre principali indagati dell’omicidio di Margherita Ceschin, la pensionata di 72 anni uccisa da due sicari la sera del 23 giugno 2023, con udienza preliminare fissata per il 4 luglio davanti al gup Piera De Stefani, ora la procura della Repubblica ha chiesto al gip Marco Biagetti di sentire in incidente probatorio il trentenne sudamericano incaricato dall’ex compagno di cella di Sergio Antonio Luciano Lorenzo, sicario e organizzatore dell’omicidio, di consegnare un suo biglietto manoscritto a Enzo Lorenzon, ex marito della vittima e mandante dell’assassinio.

La procura teme infatti che, una volta espiata la pena, il “super-testimone” rischi di andarsene dall’Italia, essendo di nazionalità straniera, compromettendo la possibilità di rintracciarlo per sentirlo come testimone. Per questo motivo ha fissato l’incidente probatorio per il 19 giugno in tribunale a Treviso.

«Ciao Enzo la situazione è difficile per tutti ma bisogna risolvere... Devi farti carico delle mie spese legali... Tutta la famiglia mi ha voltato le spalle... il pubblico ministero è venuto due volte per collaborare, ma io resto fedele a te...».

Inizia così il biglietto che Luciano Lorenzo, scrisse in cella ad agosto 2023, un mese dopo il suo arresto. Il biglietto doveva essere recapitato a Lorenzon.

In carcere, infatti, c’era il divieto che i vari indagati per il delitto Ceschin s’incontrassero o comunicassero tra di loro.

Per questo motivo Luciano Lorenzo, una sera di fine agosto scorso, scrisse di suo pugno il biglietto e chiese al compagno di cella, un trentenne sudamericano, di darlo a Lorenzon proprio perché era l’unico detenuto di sua conoscenza che poteva accedere alla cucina situata vicino alla cella, dove era rinchiuso l’imprenditore agricolo.

Il detenuto tenne per alcuni giorni quel pezzo di carta, strappato da un bloc-notes. Poi una notte, senza farsi vedere da Sergio Lorenzo, andò in bagno e lesse il biglietto, accorgendosi che il contenuto era totalmente diverso da quello che pensava.

A quel punto, colto da una crisi interiore, il trentenne chiese consiglio al cappellano del carcere che gli consigliò di consegnare lo scritto alla polizia penitenziaria. Cosa che il trentenne sudamericano fece all’indomani. Il biglietto fu così sequestrato e consegnato ai carabinieri che stavano indagando sul delitto Ceschin.

Per gli investigatori, lo scritto è una prova schiacciante della solidità del castello accusatorio, a maggior ragione se nel processo non dovessero rientrare tra le prove le intercettazioni telefoniche e ambientali.

Dallo scritto trasparirebbero elementi utili nella ricostruzione del delitto come nel passaggio in cui attribuisce a suo fratello Joel Lorenzo, l’unico ancora latitante dopo l’arresto in Spagna a fine dicembre di Josè Luis Mateo Garcia, il ruolo di “palo”: «Il mio povero fratello, che non c’entra niente, ha fatto solo il palo».

Lo scritto termina con un invito a Lorenzon: «Brucia questa lettera e rispondimi con un’altra... Sappi che non sei solo, io ci sarò sempre... Abbiamo cimici dappertutto, non parlare con nessuno».

Subito dopo aver consegnato alle guardie il biglietto, il trentenne sudamericano è stato prima trasferito di cella e poi di carcere per motivi di sicurezza.




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