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Июнь
2024

Tragedia del Natisone: sentito il vigile che si è tuffato. Ancora nulle le ricerche di Cristian

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Neppure l’incognita maltempo è riuscita a sospendere l’imponente attività di ricerca del 25enne Cristian Casian Molnar, l’unico dei tre amici travolti dal Natisone il 31 maggio scorso a risultare ancora disperso.

Altrettanto spedito il fronte investigativo coordinato dalla Procura di Udine, che dopo il ritrovamento dei corpi di Patrizia Cormos, 20 anni, e Bianca Doros, 23, nell’ambito dell’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti avviata sul caso, punta ad accertare l’esistenza di eventuali responsabilità penali.

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Da qui, l’acquisizione della documentazione ritenuta utile per ricostruire chi, tra gli operatori del Nue 112, rispose alle tre successive telefonate (sulle quattro effettuate) con cui Patrizia chiese aiuto con il proprio telefonino, e valutare quindi se l’allarme sia stato sottovalutato e se le azioni intraprese siano state proporzionate alla gravità della situazione.

E da qui anche l’audizione delle persone che gli inquirenti considerano informate sui fatti. Compresi i vigili del fuoco giunti sul greto del fiume circa un quarto d’ora dopo la prima chiamata, registrata alle 13. 29. Con loro, anche il collega che, vedendo i ragazzi ormai isolati in mezzo alla piena, tentò di salvarli, gettandosi in acqua e provando a suon di bracciate a sovrastare la forza della corrente.

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Salvo poi desistere, proprio per l’impossibilità di raggiungerli. La sua, così come le altre testimonianze già raccolte, consentiranno ai carabinieri di ricostruire la mezz’ora di attesa e paura trascorsa dai ragazzi, riferendo anche eventuali particolari rispetto all’allarme lanciato e contribuendo così a precisare il tipo di soccorso che avrebbe dovuto essere inviato.

La convinzione che si è fatta strada – la stessa espressa dall’avvocato Gaetano Laghi, che assiste la famiglia romena di Cristian –, è che, se l’elicottero del 118 fosse stato inviato sul posto subito – e non alle 14.07, con arrivo alle 14.14 –, ci sarebbero state buone chances di salvezza. Altrettanto dicasi per l’elicottero dei vigili del fuoco, decollato da Venezia alle 14.03 e giunto a Premariacco alle 14. 28.

[[ge:gnn:messaggeroveneto:14375289]]

Lunedì 10 giugno, intanto, una testimone oculare della tragedia ha detto al programma di Rai 1 “Estate in diretta”, che «i ragazzi non sono riusciti a prendere la corda che gli lanciava l’operaio».

La giornata di ricerche, proseguite con la consueta turnazione e l’impiego di parecchie decine di operatori, tra vigili del fuoco e Protezione civile, si è chiusa senza esito.

L’acqua non si era ancora intorbidita per effetto dei violenti scrosci riversatisi sul Cividalese all’alba e le ricognizioni dei sommozzatori hanno dunque potuto continuare, seppure in settori dell’alveo che presentano minori criticità rispetto all’area a valle del ponte romano e senza il supporto dell’elicottero durante le immersioni, a causa delle previsioni meteo avverse.

Martedì 12 giugno si andrà avanti con le stesse modalità




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