Da Lubiana a Zagabria: il voto nei Balcani
ZAGABRIA È un voto a favore della coalizione a sostegno di Ursula Von Der Leyen quello che è arrivato domenica da Slovenia e Croazia. Dei 21 deputati eletti nelle due giovani repubbliche, 18 fanno infatti capo al gruppo dei Popolari europei (Ppe), dei Socialisti e Democratici (S&D) o ancora a quello dei liberali (Re). Diverse sono però le chiavi di lettura.
A Zagabria a vincere è la formazione del primo ministro conservatore Andrej Plenković, che da solo si porta a casa metà dei seggi assegnati alla Croazia. A Lubiana è invece l’ex premier conservatore Janez Janša, oggi all’opposizione, a piazzarsi in testa, dando un’ulteriore spallata al governo progressista di Robert Golob, in difficoltà negli ultimi mesi.
Croazia
Vediamo allora i risultati nel dettaglio. In Croazia le elezioni di domenica rappresentavano il secondo appuntamento elettorale di quest’anno, dopo le legislative del 17 aprile e prima delle presidenziali del prossimo dicembre. L’Unione democratica croata (Hdz) di Plenković ha raccolto il 34,60% delle preferenze e conquistato 6 seggi su 12. «Un successo magnifico», ha commentato domenica sera il premier. Il suo partito ottiene due seggi in più rispetto al 2019. In seconda posizione è arrivato il Partito socialdemocratico (Sdp) con il 25,96% dei voti, assicurandosi quattro deputati europei come nel 2019.
L’Sdp ha tenuto, ma un cambio di passo s’impone. Ecco che ad una conferenza stampa organizzata ieri, il presidente dell’Sdp Pedja Grbin ha annunciato delle nuove elezioni interne al partito e ha anticipato che non si ricandiderà alla successione di se stesso. Gli ultimi due seggi riservati alla Croazia sono andati al Movimento patriottico (Dp) di estrema destra, che ha ottenuto l’8,82%, e al movimento ecologista e progressista Možemo (5,92%). Su dodici eurodeputati inviati a Strasburgo dalla Croazia, uno solo può dunque essere considerato euroscettico o “sovranista”, quello appunto eletto in quota Dp.
«I sei seggi dell'Hdz, la metà che spetta alla Croazia al Parlamento europeo, sono per noi anche un'espressione di gratitudine degli elettori per la politica europeista che ci ha portato l'anno scorso nell'area Schengen e nell'eurozona», ha affermato intanto Plenković. A premiare i due partiti tradizionali – l’Hdz e l’Sdp – è stata molto probabilmente la scarsa affluenza: la più bassa in Europa con appena il 21,34% degli elettori croati che si sono scomodati per eleggere i propri rappresentanti al parlamento europeo. Lituania e Bulgaria figurano anch’esse in fondo alla classifica, ma hanno fatto comunque meglio della Croazia, con un tasso di partecipazione rispettivamente del 29,94% e del 31,80%.
Slovenia
In Slovenia, il voto tutto sommato a favore dell’attuale establishment europeo nasconde qualche contraddizione. Con il 30,7% dei voti, il Partito democratico sloveno (Sds) di Janez Janša ha infatti conquistato 4 seggi sui 9 assegnati alla Slovenia (+2 rispetto al 2019). Formalmente, l’Sds fa capo al Partito popolare europeo, ma il suo leader (e primo ministro tra il 2020 e il 2022) si è spesso posto su posizioni dure nei confronti di Bruxelles e vicine a quelle di Viktor Orban (uscito dal Ppe nel 2021).
In seconda posizione, con il 22,2%, il Movimento Libertà del premier Robert Golob ha ottenuto due eurodeputati, che si siederanno tra le fila dei liberali (Renew Europe). Seguono tre partiti che conquistano un eurodeputato ciascuno: i verdi di Vesna con il 10,5%, i Socialdemocratici (Sd) con il 7,7% e i cristiano democratici della Nuova Slovenia (N.Si) sempre con il 7,7%.
L’affluenza è stata del 41% in Slovenia, in crescita rispetto al 29% circa di cinque anni fa, e questo a causa dei tre referendum che il governo ha deciso di organizzare nel giorno delle europee proprio per motivare gli elettori a recarsi ai seggi. Si votava su eutanasia, marijuana e modifiche alla legge elettorale. Il governo ha vinto in tutti i tre casi, ma con percentuali diverse. A favore del diritto all’assistenza volontaria nel fine vita si è espresso il 54,8%. Il 71% ha approvato l’introduzione del voto di preferenza nell’elezione dei deputati dell’Assemblea nazionale, mentre sul tema della cannabis ci sono stati due risultati: il 66% ha detto “Sì” alla cannabis a scopo terapeutico, mentre il 51,5% ha dato luce verde anche all’uso personale della stessa in quantità limitate.
Il primo ministro Golob si è detto soddisfatto del risultato dell’intensa giornata elettorale, spiegando che la percentuale ottenuta alle europee da tutti i partiti di centrosinistra supera quella realizzata dai conservatori. Per Janša, invece, il premier dovrebbe guardare a Parigi e trarre le stesse conclusioni di Macron, sciogliendo il parlamento di Lubiana di fronte alla vittoria della destra.