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Июнь
2024

Sbarcati a Salerno 44 container di pomodori cinesi, Coldiretti denuncia: li vendono come Made in Italy

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Dalla Cina con stupore: lo sbarco di 44 container di concentrato di pomodori cinesi al porto di Salerno ha scatenato le proteste della Coldiretti Campania.

Il carico di pomodori cinesi è stato infatti trasferito a uno stabilimento di Sarno per la trasformazione e il successivo confezionamento con marchio Made in Italy. Non è la prima volta che un prodotto agricolo proveniente dalla Cina finisce sugli scaffali con tanto di marchio tricolore solo perché la legge vigente consente di etichettare come “italiano” un prodotto anche se soltanto l’ultima parte della lavorazione avviene in un’azienda locale.

Vieni avanti Pechino: così i pomodori cinesi diventano tricolore

Comprensibile quindi l’agitazione della Coldiretti Campania che lunedì 10 giugno ha indetto una protesta per denunciare questa pratica inaccettabile che danneggia sia i produttori italiani che i consumatori.

“Subiamo un furto di valore e di identità”, ha denunciato Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti. “Il pomodoro cinese non ha le stesse caratteristiche e gli stessi standard di sicurezza del nostro, e viene prodotto con manodopera sfruttata. Non possiamo permettere che questa concorrenza sleale distrugga le nostre imprese”.

Quaranta motociclette di iscritti alla Coldiretti hanno quindi “scortato”, in segno di protesta, il trasporto dei fusti di pomodoro cinese, indirizzati a un’azienda di Sarno che si occuperà dell’ultima fase della lavorazione, compresa quella di apporre l’etichetta con il tricolore.

Il blitz fa parte della campagna “No fake in Italy”, portata avanti a livello nazionale e continentale dalla Coldiretti allo scopo di frenare la piaga della copia del prodotto italiano in giro per il mondo.

Come ti trasformo il pomodoro cinese in Made in Italy

Una “filiera” inaccettabile per il presidente di Coldiretti Campania Ettore Bellelli: “I container oggi arrivano a Sarno e il pomodoro concentrato cinese con una semplice lavorazione diventa italiano. Una cosa che non possiamo accettare, siamo qui perché cambino le regole sul codice doganale. In etichetta si deve prevedere l’origine della materia prima a salvaguardia del made in Italy”.

Per il direttore di Coldiretti Salerno Vincenzo Tropiano si tratta di: “Un doppio danno: di valore e di immagine, Ma anche un inganno per quei consumatori stranieri che li vedono arrivare sulla loro tavola e li identificano come italiani. Del resto lo stesso capita al nostro pomodoro San Marzano che nasce in pochi ettari e che, a causa dei falsi, viene trovato praticamente in tutto il mondo”.

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