All’ospedale di Trieste una nuova macchina all’avanguardia per le operazioni a cuore aperto

TRIESTE L’investimento è superiore a 200 mila euro e consente al polo cardiologico dell’ospedale di Cattinara di diventare una delle prime realtà in Italia a disporre di questa tecnologia. L’Azienda sanitaria giuliano isontina ha annunciato l’acquisto di una macchina cuore-polmone di ultima generazione, già da un paio di mesi utilizzata per i pazienti in cura nella struttura di via Valdoni.

Le funzioni

A chi non è pratico dei più recenti sviluppi nel campo della cardiochirurgia, la notizia potrebbe forse apparire secondaria, ma basterà spiegare brevemente la funzione dell’apparecchiatura per restituirne l’importanza anche ai non esperti in materia. La macchina cuore-polmone, infatti, serve a istituire la cosiddetta circolazione extra-corporea: di fatto, sostituisce le funzioni vitali di un individuo durante le fasi centrali di un’operazione a cuore aperto. Avere a disposizione uno strumento all’avanguardia – sia in termini di affidabilità sia in termini di sicurezza – diventa allora un fattore determinante per la buona riuscita di un intervento.

Le statistiche

Annualmente, a Trieste vengono svolti circa 550 interventi di cardiochirurgia, un dato che dopo la flessione dovuta alla pandemia è tornato ai livelli del 2019. La cifra più rilevante è, però, quella della percentuale di operazioni che richiedono di istituire la circolazione extra-corporea (quella appunto garantita dalla macchina cuore-polmone): si parla del 90 per cento, una proporzione che si commenta da sola.

La storia

Le macchine cuore-polmone sono state concepite nella seconda metà del secolo scorso, venendo utilizzate per la prima volta su un uomo nel 1953. Da quel momento sono stati fatti enormi passi in avanti per migliorarne in tutte le sue parti l’efficienza, visto il ruolo delicatissimo che rivestono in chiave operatoria.

L’apparecchiatura acquistata da Asugi è, come detto, l’ultimissima generazione di macchine cuore-polmone, sviluppata a partire da un progetto che, per quanto riguarda la componente hardware, risale al 2017 ed è stato ideato in Germania, a Monaco di Baviera. A livello di software, invece, il contributo viene dall’Italia e, in particolare, dall’azienda Livanova di Mirandola. La sigla della nuova tecnologia è Eps (che sta per Essenz perfusion system).

Le reazioni

Evidente la soddisfazione dei principali rappresentanti di Asugi – dal direttore generale Antonio Poggiana a quello del dipartimento cardiotoracovascolare Gianfranco Sinagra – nel dare l’annuncio. D’altronde, è ormai da molti anni che la cardiologia triestina si posiziona ai primi posti in Italia nelle classifiche stilate da università ed enti di ricerca, potendo vantare peraltro una storia di rinomanza internazionale. Un successo che passa anche da questo genere di miglioramenti.