Code per i permessi di soggiorno a Padova, la questura: «Pratiche raddoppiate»
C’è un aumento di richieste - in parte legato al numero degli arrivi in Italia e in parte ancora da decifrare - all’origine della situazione di caos in cui si trova a lavorare ogni giorno l’Ufficio immigrazione della Stanga.
Ne è convinto il vice questore di polizia, Simone Rodella, dirigente dell’ufficio, che però ridimensiona le difficoltà, sottolineando invece l’aumento della “produzione” degli sportelli rispetto all’anno scorso.
Ma le comunità di stranieri, Adl Cobas e le associazioni che assistono i migranti chiedono di più. Il 14 giugno hanno incontrato Rodella per proporgli alcune soluzioni.
[[ge:gnn:mattinopadova:14388375]]
Sulla situazione che si crea quasi tutti i giorni davanti all’ufficio della Stanga, con code infinite e migranti che la notte si accampano davanti alle porte per cercare di entrare al mattino senza appuntamento, è intervenuta anche la consigliera regionale del Veneto che Vogliamo, Elena Ostanel, che parla di «immagini a dir poco scandalose e inaccettabili».
L’incontro
Dopo il sopralluogo di mercoledì 12 giugno, durante il quale hanno documentato la presenza di decine di richiedenti asilo in attesa dal giorno prima e le file lunghissime che si creano anche tra gli stranieri che hanno appuntamento, il 14 giugno Adl Cobas, le comunità straniere e le associazioni hanno incontrato il dirigente dell’ufficio. «Gli abbiamo suggerito alcuni aggiustamenti per provare a migliorare il servizio», racconta Madjana Nuredini, consulente per l’immigrazione di Adl Cobas.
«Convocare in ufficio chi deve integrare la documentazione, per esempio, potrebbe essere evitato, attivando una pec. Si risparmierebbero ore d’attesa a tante persone e anche gli sportelli verrebbero alleggeriti. Sindacati e patronati possono aiutare nell’invio. Anche la richiesta di presentare ogni sei mesi un certificato di idoneità alloggiativa comporta un carico assurdo per tutti».
L’incontro, così come quello di gennaio che aveva portato a un’accelerazione nel rilascio dei permessi di soggiorno, è stato proficuo. «Ma noi continueremo a monitorare la situazione e tra un mese, se non ci saranno stati miglioramenti, torneremo a protestare», assicura Nuredini.
La spiegazione
Il dirigente Rodella parla però di «situazione sotto controllo» e spiega perché: «Quello che succede nelle prime ore del mattino è conseguenza del comportamento di quei pochi che passano la notte in attesa e che spingono per entrare, bloccando anche gli altri accessi. Tra l’altro una parte di questi richiedenti asilo ha l’appuntamento fissato, ma si presenta in anticipo».
L’ufficio, però, assicura il dirigente, non ha problemi di personale, anche se gli operatori di polizia anche mercoledì hanno denunciato di essere pochi.
«Abbiamo avuto rinforzi a gennaio e aumentato le pratiche», dice Rodella. «Dalle 11.500 dei primi mesi dell’anno scorso, siamo passati a 25 mila. E i tempi d’attesa per un permesso di soggiorno si sono ridotti da 11-12 mesi a 3-4».
Con un’altra novità significativa, introdotta a gennaio: il permesso non assume più la validità dal momento della richiesta - quindi svariati mesi prima di essere consegnato al richiedente - ma da quando viene timbrato, cioè venti giorni prima della consegna.
«Così», spiega ancora il vice questore, «non c’è necessità di doverlo rinnovare dopo pochi mesi».
Questo vale per i permessi di soggiorno (che hanno per lo più scadenza annuale), mentre le carte di soggiorno, che valgono cinque o dieci anni, continuano a essere valide dal momento della richiesta in Posta.
Gli aggiustamenti
Rodella assicura che ulteriori correzioni saranno fatte nell’organizzazione, per tentare di alleggerire il carico di lavoro degli sportelli.
«L’idea della pec per le integrazioni è buona, ci organizzeremo. Se ci sarà bisogno di altre modifiche, le valuteremo. Ma il personale per me è sufficiente. C’è invece un carico di lavoro non del tutto spiegabile. Noi riceviamo 150 persone al giorno su appuntamento e ne facciamo entrare altre 15-20 senza, anche al pomeriggio quando possiamo. Ma se è vero che c’è stato un aumento degli arrivi di stranieri, è anche vero che al nostro ufficio si presentano richiedenti asilo che hanno la protezione in altre province e non capiamo il perché».
«Potenziare l’ufficio»
Definisce «scandalose» le immagini che arrivano dall’ufficio della Stanga, la consigliera regionale del Veneto che Vogliamo, Elena Ostanel.
«Persone costrette in fila per ore, alcune anche per tutta la notte davanti alla questura per accedere a un loro diritto: quello di avere il permesso di soggiorno nei tempi previsti dalla legge. Il permesso di soggiorno non è solo un documento, ma la via di accesso alla sanità, al lavoro, ai diritti garantiti», dice.
«Si ripropone quindi quello che abbiamo già visto nei mesi scorsi per i passaporti. Qui la situazione è ancora più grave perché la procedura per richiedere il permesso di soggiorno è estremamente complessa, interamente cartacea e ha anche scadenze strette che non vengono più rispettate. Poco personale interamente concentrato in un unico ufficio per tutta la provincia rende molto complessa la situazione che porta, appunto, le cittadine e i cittadini a lunghe file e notti davanti alla questura solo per vedersi rimandati a casa la mattina successiva: è inaccettabile».
Per Ostanel «C’è bisogno di agire subito e in tempi rapidi con più fondi per il personale e per creare una rete diffusa di servizi che permettano alle cittadine e ai cittadini di origine straniera di avvicinarsi alla macchina burocratica con più semplicità, evitando le immagini che abbiamo visto in questi giorni».