Da Cormons al Senegal: la storia di Elena Orzan in aiuto ai bambini Talibé
CORMONS Un’esperienza che segna e cambia la vita. È quella vissuta dalla cormonese Elena Orzan che ha trascorso un periodo come volontaria in Africa, a Malcounda Bambara in Senegal. Insieme all’organizzazione di volontariato “La maison des enfants” si è occupata dei bambini di strada, comunemente chiamati Bambini Talibé.
«Che dire. Ho deciso una notte di partire - racconta Elena - e fare la volontaria in Africa. Volevo vedere con i miei occhi, volevo riempire la mia anima di vero amore. Ricercando dove andare, tramite Sabina e Dino, ho conosciuto Marco e Valeria che hanno fondato nel 2015 un’associazione di volontariato che opera in Senegal a Malicounda Bambara, 80 km a sud di Dakar. Sono partita in aprile e già in viaggio mi rendo conto che abbiamo ribaltato il mondo. Pensare che l’uomo “evoluto” sa che male sta facendo nei Paesi poveri e pensa solo al profitto mi scuote il cuore. Ovunque c’è immondizia tra la terra rossa arida e lungo la strada, nei paesi, tra la gente. Il tragitto in macchina dall’aeroporto a Malicounda mi è sembrato un film anni 70.
Lungo la strada si oltrepassano paesi con insegne fatiscenti “restaurant” o “boutique”. Le donne bellissime con vestiti sgargianti che gestiscono banchetti di frutta o altri generi alimentari, tutte in fila lungo la strada, respirando smog e fumo. La strada che abbiamo percorso era una specie di autostrada con tanti camion e macchine che da noi riposano nelle sfasciacarrozze e qui, invece, viaggiano lasciando fumi neri e bianchi. Arrivo a La Maison des Enfants che è buio, mi accoglie Martina che è qui da oltre un anno. Crollo nel letto e mi risveglio alle 5 e mezza, come poi succederà ogni mattina».
I bambini Talibé di cui si occupa l’associazione «vengono da famiglie molto povere e che in fiducia vengono affidati a precettori che dovrebbero insegnare loro il Corano e prendersi cura della loro crescita sana e serena. Ma purtroppo non è così. I bambini sono costretti alla mendicità, non vengono nutriti, né ricevono assistenza medica e la loro vita scorre in uno stato di indigenza».
Nella maison des enfants – spiega Elena – «assistiamo i bambini ad avere un pasto ogni giorno, vestiti puliti, la possibilità di lavarsi, giocare a imparare anche qualcosa di cucito, grazie ad un sarto. Cerchiamo soprattutto di elargire amore e affetto e rispettare il più importante diritto: essere bambini a tutti gli effetti, essere spensierati, giocare, studiare, imparare ed essere tanto amati. Dopo due settimane i bambini mi cercano e chiamano Elenà e sentire la loro voce chiamarmi già da lontano mi riempie il cuore».
Il centro tra poco si trasferirà in una nuova struttura, costruita grazie alle donazioni private e ad un Bando dell’8 per mille della Chiesa Valdese. Anche Elena ha aiutato a preparare il trasloco. —
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