Mortara, preleva 120mila euro dai conti delle anziane: condannata a due anni e 8 mesi
MORTARA. Un rapporto di affetto sincero come tra nonna e nipote, si era difesa. Ma la giudice Luisella Perulli ha ritenuto più convincente la ricostruzione dell’accusa e ha condannato Lavinia Signorelli, 45 anni, di Mortara, a due anni e 8 mesi per circonvenzione di incapace.
Secondo la procura avrebbe approfittato del rapporto di amicizia con due anziane sorelle, ultra ottantenni, per intascare 120mila euro circa. Dovrà anche risarcire la parte civile (una delle due sorelle), costituita con l’avvocato Alessandro Teto: la giudice ha stabilito una provvisionale di 90mila euro, mentre la quantificazione più precisa del danno avverrà in sede civile.
La denuncia
A fare denuncia era stata una delle due sorelle, l’unica ancora in vita (oggi ha 90 anni). Secondo la ricostruzione fatta dalla procura, la 45enne e le due anziane (che vivevano nella stessa casa dopo la morte di altre due sorelle) si erano conosciute nel 2016, durante la compravendita di un materasso, visto che l’imputata all’epoca faceva la rappresentante.
Da quel momento l’imputata e le due sorelle anziane hanno un rapporto frequente. La 45enne le accompagna a fare la spesa e gestisce le piccole incombenze quotidiane, come il pagamento di bollette.
«Ogni volta che chiamavo a casa, mi dicevano che erano a posto, che c’era questa amica che le aiutava – ha raccontato in aula durante il processo la cugina delle due vittime –. Erano molto riservate, non parlavano tanto e noi familiari non abbiamo approfondito». Fino a che la situazione cambia e si scopre che alcune bollette non sono state pagate.
Le utenze
Nel 2019 la sorella più anziana muore. In questo stesso periodo in casa della sorella rimasta nell’alloggio cominciano ad esserci problemi con l’erogazione di energia elettrica. Del pagamento delle bollette si occupava spesso la 45enne, nei confronti della quale parte subito la denuncia: le utenze, infatti, non sono state pagate. A fare denuncia è la donna oggi 90enne.
Le indagini
Partono subito le indagini e gli accertamenti portano alla luce alcuni prelievi dai conti correnti delle due sorelle. Prelievi spesso fatti in contanti. In alcuni casi la 45enne avrebbe accompagnato una delle sorelle in banca, a prelevare.
Tra le verifiche emerge anche l’acquisto di un’automobile. «Era un rapporto di affetto autentico, come tra due nonne e una nipote», ha spiegato la mamma dell’imputata. Alla difesa, sostenuta dall’avvocato Simone Pittavino, non resta che fare appello una volta depositate le motivazioni.