Pippo Rossi firma, capitano per sempre di Vigevano

VIGEVANO

C’è qualcosa a metà tra il naturale e il confortante dietro e dentro la settima firma consecutiva di Filippo Rossi, non per legarsi ancora, ma per non slegarsi proprio da Vigevano. C’è chi teme la crisi del settimo anno e chi, come lui e Michele Peroni, potendo capitalizzare una stagione di quelle che non dormi mai, ma che alla fine chiudi la bocca a tutti, decide di restare ancora qui, normalmente qui, normalmente a casa. Nel sentimento diffuso e forte del popolo gialloblù anagraficamente trasversale, l’idea che Mitch e Capitan Pippo saranno ancora a Vigevano mette coraggio, fiducia, comunque vada. Tanto sarà insieme, e questo può bastare.

I discorsi tecnici, poi, per quelli che se ne intendono, possono attendere. Ci sono storie del cuore che adesso vanno di moda solo se ci costruisci un video o un percorso sui social. Per fortuna ci sono anche quelli rimasti tecnologicamente almeno un passo indietro, ma culturalmente e mentalmente forse più di un passo avanti e per loro le storie del cuore sono quelle costruite nel tempo con momenti quotidiani, più o meno sofferti, di serietà, attaccamento a colori e valori senza dover per forza baciare una maglia davanti a una telecamera. Sono relazioni, che si fortificano. Perché 7 anni per Pippo e 4 per Mitch cominciano a essere un pezzo di vita, per loro e anche per noi, non un attimo fuggente, magari bello, ma limitato e casuale. Pippo è quello dei rituali scaramantici fin da quando entra in campo per fare riscaldamento a quando lo chiude con i canestri da sotto cambiando mano. È quello che va a cantare e saltare sotto la curva, portando i compagni con sé. Pippo è quello che sa dire la cosa giusta al momento giusto, con carattere più duro di quanto si immagini. Capitano non per caso e ancora capitano di Vigevano, come pochi altri (nessuno?), senz’altro per sempre. E, va bene, spendiamoci due parole anche tecniche, pur sapendo che tanto la premiata ditta Spaccasassi&Pansa la squadra l’ha già in mente, forse l’ha già addirittura fatta, ma solo quando tutti i neri saranno su tutti i bianchi, ci faranno sapere. Restando Rossi, play atipico e per questo importante in tante situazioni, ma non il regista d’ordine per i momenti tattici particolari, arriverà uno di questi? Forse sì e, forse, indipendentemente da cosa decideranno per il futuro prossimo e venturo il club gialloblù e Bertetti che, in A2, una mano da guardia sul perimetro e con qualche folle giocata in entrata la può dare. Questo per dire che Rossi che resta non implica una soluzione conseguente e unica, ma le lascia tutte aperte. Ma ora ci importa davvero abbastanza poco. La Elachem è arrivata ai play off come gruppo di uomini giovani che hanno saputo trovare nel tempo la quadratura migliore possibile per stare insieme e provare l’impresa quasi impossibile. Ci hanno messo il loro meglio a livello di singoli, guidati da un capitano che ci riprova, perché dal 29 settembre parte un’altra storia impossibile per salvare la pelle.Fabio Babetto