Pochi posti negli asili nido pubblici a Gorizia: due bambini su tre restano esclusi
GORIZIA. «Se si vuol far crescere la città bisogna mettere le famiglie nelle condizioni di arrivare o restare: più posti negli asili nido sono indispensabili». È lo sfogo di un giovane papà goriziano, Salvatore, che interpreta la preoccupazione e le difficoltà di tanti altri genitori come lui e traduce in parole i numeri delle graduatorie degli asili nido della città per il prossimo anno. Con la quantità delle domande che – complici anche i lavori di adeguamento antisismico che hanno reso indisponibile l’asilo Incantatempo di viale Virgilio – ha superato di gran lunga quello dei posti disponibili malgrado la soluzione dell’asilo diffuso varata dal Comune che abbiamo raccontato nelle scorse settimane. Di fatto, due terzi delle richieste, considerando però anche quelle arrivate da residenti fuori Gorizia, sono finite in lista d’attesa.
Sono tre i nidi d’infanzia gestiti direttamente dal Comune a cui si aggiungono due privati con i quali è in vigore una convenzione, per un totale di circa 200 posti disponibili. Se nel 2023 furono 153 le nuove domande di inserimento, delle quali 86 poi accolte, in questo 2024 le richieste sono salite a quota 183, e di queste è stato possibile accoglierne 58.
Più nel dettaglio,15 sono le domande accolte per i bimbi sotto i 12 mesi (su 32 richieste, più altre 7 provenienti da fuori comune), con una lista d’attesa che si attesta a quota 39. Ben 99 (oltre a 26 da fuori Gorizia) sono poi le domande di inserimento per i bimbi tra i 12 mesi e i 3 anni, con 43 accoglimenti.
«Questo è un problema che riguarda tante famiglie, soprattutto quelle che non possono contare sulla vicinanza di nonni o altri parenti», racconta Salvatore. Ed è proprio la situazione che lui sta vivendo assieme alla sua giovane moglie. Entrambi di origine siciliana, sono arrivati nel capoluogo isontino nel 2019, e qui hanno messo su famiglia. «Lavoriamo entrambi, e i nostri genitori vivono in Sicilia, non possono ovviamente aiutarci nella gestione quotidiana del bambino – spiega Salvatore -. Cerchiamo di organizzarci come possiamo, e ci rivolgiamo ad un asilo famigliare privato fuori città due o tre volte alla settimana, per il quale però non è possibile accedere ai contributi regionali. Visto che sia io che mia moglie abbiamo un lavoro, con dei sacrifici possiamo sostenere la spesa, ma non tutte le famiglie sono nelle nostre stesse condizioni».
La questione degli asili nido è recentemente approdata in Consiglio comunale con due interrogazioni presentate dalle consigliere del Pd e di Gorizia è tua Barbara Businelli e Rosy Tucci. Le quali, tra le altre cose, sottolineano come le famiglie che maggiormente risentono della situazione sono giovani coppie che lavorano nel privato, e che non hanno una rete famigliare disponibile. Anche l’offerta degli asili privati non è sufficiente a dare risposta a tutte le domande dei giovani genitori, e, ricorda Businelli, per chi prova a rivolgersi oltreconfine alle strutture slovene (non sono poche le famiglie goriziane, specie tra quelle della minoranza) non sono previsti contributi regionali. Dal canto suo il Comune assicura di non essere inerme di fronte allo scenario che si è venuto a creare.
«Capisco il disagio delle famiglie, è un tema che esiste e non sottovalutiamo, ma non possiamo dimenticare che il nostro comune ha comunque un numero di posti disponibili più elevato rispetto ad altri capoluoghi – spiega l’assessore comunale al Welfare Silvana Romano -. Quest’anno ci penalizza l’indisponibilità dell’asilo di viale Virgilio, dove però non potevamo fare a meno di intervenire per una questione di sicurezza: dal prossimo anno, con il ripristino di quell’asilo e considerando anche la soluzione degli posti “diffusi” che abbiamo individuato, riusciremo a dare risposta a tutti. Ed è chiaro che se dovessero nascere tanti bambini e le domande continuare ad aumentare, siamo pronti a lavorare per trovare ulteriori soluzioni».