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Июнь
2024

Baggio parla dopo la rapina: «Ho provato a reagire perché vedevo i miei cari in pericolo»

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Una vistosa benda protegge i punti di sutura sul lato destro della fronte, lo sguardo basso, mille pensieri per la testa. Roberto Baggio cammina lungo il perimetro della sua proprietà, con accanto i carabinieri e il cane Bracco da caccia, nella speranza di trovare qualche traccia utile a capire da dove siano entrati.

«Era appena iniziato l’intervallo della partita. Improvvisamente mi sono trovato davanti questi individui con i passamontagna. Pensavo fossero solo in due, per questo li ho affrontati», ha raccontato poi l’ex calciatore al suo storico procuratore Vittorio Petrone, chiamato al telefonino poco dopo essere riuscito a liberarsi e sentito anche il 21 giugno più volte.

«Ho tentato di colpirli per difendere mia moglie e i miei figli» ha continuato Baggio. «Ma dopo sono arrivati anche gli altri: prima altri due, poi un quinto. Inoltre ho visto che fuori c’era un’altra persona, il palo. Mi hanno immobilizzato e colpito. Sono finito a terra. Non riesco a dimenticare quella sensazione di impotenza. E ora non provo paura, ma tanta rabbia».

Nella notte la medicazione all’ospedale di Arzignano e poi il 21 giugno, verso metà mattinata, la convocazione negli uffici dei carabinieri del Reparto operativo di Vicenza per la denuncia dettagliata.

Lo stesso sono stati chiamati a fare i due figli, e poi la moglie e la suocera.

«In simili circostanze può accadere di tutto, e per fortuna la violenza subita ha generato solo alcuni punti di sutura, lividi e molto spavento», continua l’ex campione, senza nascondere lo stupore per le modalità. «L’aggressione è stata fulminea, in piena luce, e infatti non ha consentito l’accensione di tutti i migliori sistemi di sicurezza di cui la villa è dotata. Ora, dopo quanto accaduto, potenzieremo ulteriormente i sistemi di rilevazione diurna in tutto il perimetro».

Il procuratore Petrone ci tiene a sottolineare anche un altro aspetto: «Quanto è accaduto a Roberto e alla sua famiglia è stato già vissuto da molte altre famiglie. Solo quando vieni colpito ti rendi conto di quali ferite lasci un episodio di violenza e sopraffazione subito in casa propria. Roberto mi ha ancora una volta stupito per la lucidità e la forza d’animo. Sono certo che Roberto sarà ancora una volta essere il pilastro a cui tutta la sua famiglia potrà appoggiarsi, per lasciarsi alle spalle questa brutale aggressione».

Nella tarda mattinata in via Firenze ad Altavilla Vicentina si fatto vivo anche Diego Fabbi, il fratello di Andreina. «Abbiamo parlato a grandi linee, ma mia sorella non ha voluto ricordare tutta la dinamica, perché è ancora molto provata», ha raccontato alla fine della visita. «Stavano guardando la partita tutti insieme e purtroppo c’era anche mia mamma. Non sono riusciti a capire da dove siano entrati. Quel che è certo, è che l’hanno picchiato proprio forte».

Dopo aver completato tutte le pratiche in caserma, Roby Baggio è tornato a casa e ha provato a riposare.

«Stiamo ricevendo un affetto straordinario e per questo desideriamo ringraziare tutti», ha detto commosso, prima di accingersi ad affrontare una nuova notte dopo lo choc dell’aggressione subita.

«Ci vorrà tempo ma sono sicuro che Roby riuscirà a dimenticare e a superare questo momento così difficile» ragiona ancora Petrone. «Ci conosciamo da 30 anni, so quanto sa essere forte».




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