Slepoj, il cordoglio della ministra Casellati: «Era parte della mia famiglia»
La morte di Vera Slepoj è una perdita intellettuale, sociale e politica. La psicologa e scrittrice è mancata giovedì 20 giugno nella sua casa padovana, in piazza del Santo, dove viveva da sola. È stata trovata il 21 giugno dalla governante.
Tra i ricordi più dolorosi, quello dell’amica Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministra per le riforme istituzionali: «Vera è stata per me l’amica di una vita – ricorda –. Ci siamo confidate per quarant’anni. Ci siamo conosciute per lavoro: lei una psicologa affermata a Padova, io un avvocato matrimonialista nella stessa città, dove mi occupavo spesso di questioni familiari e minori. Ma quella collaborazione è presto diventato un affetto autentico, un confronto serrato su tutto: non eravamo sempre d’accordo, ma eravamo sempre disposte ad ascoltarci. Per scherzo dicevamo che avremmo dovuto scrivere un libro insieme e oggi quello scherzo tra amiche mi sembra un’occasione persa. Sabato prossimo avrei dovuto essere a cena da lei: noi due sole e tante chiacchiere. Invece dovrò affrontare una mancanza dolorosa, personale, una tragedia del tutto inaspettata».
Per qualche secondo la ministra non parla. Poi aggiunge, quasi seguendo i suoi pensieri: «Abbiamo delle foto così belle insieme: le foto di Natale. Non c’era Natale che non passassimo assieme perché era un pezzo della mia famiglia. Vera non era solo amica mia, ma anche di mio marito e dei miei figli Alvise e Ludovica».
I pensieri scorrono, i ricordi si affollano: i 50 anni di matrimonio dei coniugi Casellati in Liguria, i 50 anni di Ludovica.
Poi la Casellati torna al presente: «Giovedì sera è stata mia figlia ad accompagnarla a casa dopo la cena, intorno alle 23: Vera non andava mai a letto tardi, la mattina l’aspettavano i suoi pazienti, a volte anche molto presto. Lei e Ludovica avevano scherzato e riso. Mia figlia ha un po’di raffreddore e Vera le aveva detto, prendendola in giro, che lei invece stava benissimo. E ora non potrò più sentirla: l’ultima volta che ho sentito la sua voce sarà stato un mese fa, proprio per organizzare la cena di sabato a Padova. Ho un senso di vuoto incredibile: un pezzo della mia storia personale non c’è più. È stato proprio mio figlio Alvise ad avvisare il nipote, Federico, il figlio della sorella, che insegna ad Harvard ma è a Roma dopo un incidente. Vera lascia anche la mamma centenaria. Ho perso l’amica più generosa che abbia mai avuto, un’inguaribile ottimista, capace di tirarti sempre su il morale. Quando ricevevo delle critiche mi diceva: “Resta superiore, non ci badare, guarda al domani”. Lei che non si lamentava mai, lei che era un riferimento, lei che ti leggeva dentro con quell’entusiasmo straordinario che la caratterizzava».
Anche il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, ricorda la psicologa: «Con profonda tristezza apprendo della scomparsa dell’amica Vera Slepoj, una donna e professionista di straordinario coraggio e grande valore, il cui impegno civile si è manifestato anche accettando incarichi istituzionali. La sua passione, la sua dedizione e la sua profondità di pensiero continueranno a vivere nel ricordo di chi ha avuto il privilegio di conoscerla e di lavorare al suo fianco».
Fu Gianfranco Fini, allora leader di Alleanza Nazionale, a volere Vera Slepoj come assessora provinciale alla cultura.
Quella fu la svolta politica.
Di recente invece il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano le aveva chiesto di far parte del Consiglio superiore del cinema e dell’audiovisivo del suo Dicastero.
Sangiuliano la ricorda con stima: «Una donna coraggiosa, una studiosa e psicologa di valore, una scrittrice e opinionista che ha saputo indagare con profondità e arguzia l’animo umano e la nostra società. Ne apprezzavo le doti e la sua sensibilità culturale. Mancherà molto al suo Veneto e all’Italia intera».
Ne è prova il cordoglio del governatore Luca Zaia: «È stata una figura importante negli ultimi decenni di vita sociale del Veneto e di tutto il Paese – è il suo ricordo –. È tra i professionisti cui va attribuito il merito di aver portato la psicologia a una familiarità universale, con un’opera attenta e competente di divulgazione sui media oltre che con la professione e l’attività accademica».
«Una grande donna» per Elisabetta Gardini, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. «Psicologa e psicoterapeuta di riconosciuto valore e professionalità, che ha contribuito con il proprio lavoro ad aumentare la consapevolezza sulla necessità di una maggiore attenzione al benessere psicologico della persone» il cordoglio del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi; «Ci mancheranno il suo entusiasmo e la sua simpatia, la sua capacità di trattare in modo chiaro e divulgativo temi complessi», ricorda il sindaco di Padova Sergio Giordani.
E poi, sui social, un ricordo dell’amica scrittrice Catena Fiorello Galeano: «Facevamo cose da ragazzine non prendendoci mai sul serio perché il nostro essere cervellotiche lo consideravamo un ostacolo da superare», scrive, postando una foto di lei e Slepoj a Pantelleria. «Abbiamo riso di cose stupide per sentirci “vere”. Ci siamo riuscite. Ciao, Vera. Che brutto separarsi senza avviso».