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Июнь
2024

Hanno scalato il Duomo per esporre sulla cupola la bandiera palestinese

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PAVIA. La bandiera Palestinese sulla cupola del Duomo. Una sorpresa, venerdì mattina all’alba: il drappo è stato esposto a oltre settanta metri di altezza. Da chi? L’identità resta un mistero, ma anche la dinamica del blitz, avvenuto di notte, non è certa. L’ipotesi più probabile, comunque, è che gli sconosciuti si siano arrampicati all’esterno del monumento, perché i sistemi di allarme interni non si sono attivati e anche le telecamere non hanno rilevato alcunché. È stata una donna in bicicletta, la mattina verso le sette e mezza, a scorgere la bandiera (di dimensioni notevoli) sulla cupola, mentre pedalava in piazza della Vittoria. L’allarme è scattato così.

La rimozione

Sull’accaduto indagano la Digos e i carabinieri, che venerdì mattina hanno avviato accertamenti. Gli agenti hanno visionato le telecamere posizionate all’interno del Duomo: i percorsi verso la cupola sono sorvegliati e, da quanto si è saputo, non hanno rilevato la presenza di persone.

Non sono entrati in funzione neppure i sistemi di allarme. Scartata, quindi, anche l’ipotesi che qualcuno possa essersi nascosto all’interno della chiesa all’ora di chiusura del Duomo.

Non ha convinto nemmeno l’ipotesi di un drone fatto volare sopra la cupola con la bandiera attaccata: il vessillo, infatti, era legato alle colonnine della lanterna, che è la parte più vicina alla cima della cupola. Queste circostanze hanno spinto gli investigatori a ipotizzare quindi che gli autori del blitz siano saliti dall’esterno, scalando di fatto il Duomo. Una operazione che ha dell’incredibile, visto che era anche buio fitto.

Il possibile percorso

Gli scalatori del monumento potrebbero avere utilizzato la particolare conformazione del Duomo, che confina con il Broletto. Un possibile percorso è questo: gli acrobati potrebbero avere utilizzato il tetto dell’edificio che, all’interno del cortile del Broletto, si trova sulla sinistra. Da qui sarebbero partiti per salire poi i diversi livelli dei tetti del complesso, arrivando fino al campanile, ben visibile da piazza della Vittoria.

Infine, hanno raggiunto la cupola, utilizzando apposite funi. Se così è andata gli autori del blitz sono dei professionisti e non persone che hanno improvvisato l’operazione, molto rischiosa. Come dimostra, peraltro, l’intervento di rimozione della bandiera.

Gli operai specializzati

Lo striscione a sostegno dei palestinesi è stato infatti rimosso in mattinata da operai specializzati, detti “rocciatori”, esperti negli interventi in quota. Gli operai sono intervenuti però dall’interno e non dall’esterno: sono saliti quindi utilizzando il percorso di scale e poi si sono calati, per un pezzo sulla cupola, con le imbracature. Quindi hanno afferrato la bandiera e l’hanno consegnata agli agenti della Digos. Al momento non ci sono ipotesi di reato, ma l’obiettivo è fare comunque chiarezza sull’accaduto, per evitare che il monumento più alto della città, con i suoi 97 metri complessivi misurati da piazza Cavagneria, possa essere ancora violato.

La Fabbriceria

«Quando facciamo i lavori sulla cupola chiediamo sempre l’intervento dei rocciatori. Salire così in alto non è facile ed è molto rischioso». Parole di Franco Mocchi, presidente della fabbriceria del Duomo di Pavia. Anche lui, grande conoscitore della struttura, è rimasto colpito da quei giovani che sono riusciti a fissare la bandiera della Palestina a oltre settanta metri di altezza.«Escludo che siano saliti dall’interno – continua - e quindi possono essere solo passati dai tetti. Questi rischi non sono giustificati per nessun motivo. Sono saliti per di più di notte: è stato un rischio assurdo. Spero che non lo facciano più al di là delle loro motivazioni. Sopra il campanile non ci sono telecamere per cui non potevano essere ripresi. Nel prossimo consiglio vedremo se installare l’allarme».




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