Fa progressi il nuovo sistema monetario
Un passo importante nel percorso verso un’unità monetaria commerciale dei BRICS, a cui il Presidente russo Putin ha fatto riferimento al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, è stato l’incontro tra la Presidente della Banca dei BRICS (NDB) Dilma Rousseff e l’autorevole economista russo Sergey Glazyev (foto), a margine dello stesso SPIEF. Benché non siano emersi dettagli sull’incontro, il fatto che sia durato più di un’ora, invece della mezz’ora prevista, indica che è stato produttivo.
Glazyev è tra i pochi economisti al mondo a comprendere la centralità del credito nelle questioni monetarie. Infatti, la sua idea di un’unità monetaria agganciata all’oro, ad un paniere di materie prime e alle valute dei Paesi membri è funzionale non solo a consentire scambi commerciali fluidi, ma anche a creare una fonte di credito nella nuova unità monetaria. Finora, infatti, l’attività della NDB è stata limitata dall’uso esclusivo di dollari per l’emissione di crediti.
Le opinioni di Glazyev, per sua stessa ammissione pubblica, sono state plasmate in modo significativo dall’amicizia che lo ha legato per decenni all’economista americano Lyndon LaRouche. (Per la più ampia trattazione di LaRouche della questione di un nuovo sistema monetario, si veda https://larouchepub.com/lar/2000/lar_commodities_2730.html).
In un’intervista pubblicata su Sputnik lo scorso febbraio (https://sputnikglobe.com/20240228/rocky-road-to-dedollarization-sergei-glazyev-interview–1117034183.html), Glazyev ha riassunto così la sua visione della nuova unità monetaria: “L’idea della moneta è che ci siano due panieri: un paniere è costituito dalle valute nazionali di tutti i Paesi coinvolti nel processo, come i diritti speciali di prelievo (DSP), ma con criteri più chiari e comprensibili. Il secondo paniere è costituito dalle materie prime. Se abbiamo due panieri e creiamo la nuova valuta come un indice di materie prime e valute nazionali, abbiamo un meccanismo per le riserve che, secondo il modello matematico, sarà molto stabile. Stabile e conveniente”.
Poi si passa alla fattibilità: “Introdurre questa moneta come strumento per le transazioni non sarebbe troppo difficile. Con una buona infrastruttura e con l’approvazione di tutte le Banche Centrali, sta poi alle imprese utilizzare questa moneta. Dovrebbe essere in forma digitale, il che significa che potrebbe essere utilizzata senza il sistema bancario; quindi, sarà almeno dieci volte più economica delle attuali transazioni attraverso le banche e i cambiavalute”.
Il gruppo di Glazyev sta lavorando per far sì che i BRICS inseriscano la questione all’ordine del giorno della riunione di ottobre.
“Ma questa è solo una parte della storia. La seconda parte è il prezzo [delle materie prime]. Per il momento il prezzo è determinato dalla speculazione occidentale. (…) La formazione dei prezzi con questa nuova moneta dovrebbe liberarsi degli scambi occidentali di materie prime. La mia idea si basa su un meccanismo che esisteva nell’Unione Sovietica, nel Comecon. In quel periodo avevamo accordi a lungo termine non solo con i Paesi socialisti, ma anche con l’Austria e altri Paesi occidentali, per la fornitura di gas per 10 anni, 20 anni, la base di questa formula di prezzo era il prezzo del petrolio e il prezzo del gas”.
Il 12 giugno, mentre scadeva il termine per la scadenza dell’accordo sul “petrodollaro”, senza che apparentemente l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti rinnovassero l’accordo, Glaziev ha commentato sul suo canale Telegram: “Le fondamenta della Pax Americana si stanno erodendo”. L’accordo firmato tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita 50 anni fa obbligava il regno a commerciare il petrolio esclusivamente in valuta americana in cambio di aiuti da parte degli Stati Uniti, principalmente assistenza militare.
Se la notizia fosse confermata, significherebbe che l’Arabia Saudita sta portando avanti un processo di sganciamento dal dollaro che era già iniziato con l’accordo tra Arabia Saudita e Cina per saldare gli scambi petroliferi in yuan. Non significa necessariamente che domani Riad abbandonerà le riserve in dollari, ma certamente le diversificherà in proporzione all’evoluzione dei flussi commerciali.