Rogo al Parco Acquatico di Grado, danni per 350 mila euro: ecco cosa è successo
GRADO Sono andati completamente distrutti da un incendio due chioschi con il tetto in canne del Parco Acquatico della Git.
È accaduto verso le 2 e 10 della notte tra venerdì e sabato, come ha spiegato il direttore della stessa Git, Sergio Schiavi, accorso al parco acquatico subito dopo l’allarme.
A seguito di un cortocircuito, quasi certamente partito dal frigorifero del chiosco più piccolo dei due, è scoccata la scintilla che ha causato l’incendio, le cui fiamme e il bagliore erano visibili anche a grande distanza.
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Non si tratta, dunque, di incendio doloso, come è stato verificato dai Vigili del fuoco che sono accorsi a spegnere quel che ormai rimaneva dei due chioschi che la Git ha dato in affitto a una società privata.
A confermarlo è stato il presidente della Git, Roberto Marin, il quale ha affermato che diversamente il magistrato avrebbe disposto il sequestro della struttura che invece sin da ieri mattina è stata sottoposta già alle prime pulizie da parte del personale dell’ente turistico.
Caligine e fumo hanno ovviamente intaccato un po’ tutto.
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L’incendio è scaturito nel primo chiosco, quello verso Pineta, ma sospinte dal vento le scintille sono finite anche sulla struttura a fianco, anche in questo caso distruggendola in pochissimo tempo.
Si tratta di due chioschi che lavorano parecchio servendo anche chi si trova in piscina. Il danno complessivo, fra la ricostruzione completa dei due chioschi e quanto è stato perso fra attrezzature e generi di varia tipologia che si trovavano all’interno degli stessi chioschi, ammonta, ha sempre dichiarato il presidente della Git, a circa 350 mila euro.
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Gli operai della società dovranno, anzi, hanno già iniziato sabato mattina, ad occuparsi della pulizia di tutto l’impianto che sicuramente rimarrà chiuso almeno per due-tre giorni.
Tuttavia, il problema maggiore non è quello della pulizia delle strutture distrutte dalle fiamme, bensì la verifica delle condizioni dell’acqua di mare della piscina.
Saranno necessarie, infatti, delle analisi per accertare che la caligine, ma anche l’acqua utilizzata per mettere in sicurezza l’area dopo l’incendio, non l’abbiano inquinata.
Nel caso si dovesse procedere a ricambiare anche l’acqua delle vasche, l’impianto rischia di rimanere chiuso almeno per una decina di giorni.
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Questo significa che il mancato guadagno di una decina di giornate di apertura del Parco Acquatico andrebbe a sommarsi ai danni già all’incirca quantificati.
Un vero peccato proprio in queste giornate di caldo, poiché l’affluenza non sarebbe certamente mancata e specialmente proprio questo fine settimana.
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Due le considerazioni finali. La prima, quella più importante, è che nessuno si è fatto male. La seconda è che i Vigili del fuoco hanno dovuto raggiungere Grado partendo da Monfalcone, impiegando quindi i soliti circa venticinque minuti, quando cioè le strutture erano ormai andate distrutte.
Il distaccamento stagionale estivo dei Vigili del fuoco a Grado sarà riaperto appena il prossimo 29 giugno per rimanere attivo fino al 31 di agosto con la speranza di un seppur breve prolungamento.—
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