Bici andate perse nel naufragio della motonave Audace: i titolari vogliono farsi risarcire
GRADO All’appello mancano un paio di biciclette, evidentemente finite in mare, e sembra che anche che non si trovino un paio di cellulari. Per il resto tutto è stato riconsegnato ai legittimi proprietari. Quanto è stato recuperato dalla motonave Audace issata a terra a Porto Nogaro è stato restituito ai passeggeri che si sono recati all’Ufficio Circondariale Marittimo di via Marchesini per il ritiro degli effetti personali e alla stazione Carabinieri per riprendersi le biciclette.
Qualcosa, però, è mancata all’appello tanto che i proprietari hanno annunciato di voler fare denuncia per chiedere il rimborso del danno. E danni, peraltro, hanno subito anche altre biciclette, benché non sparite, specialmente quelle assistite o elettriche che a causa della salsedine del mare, risultano rovinate. Anche i proprietari di queste si dicono pronti a chiedere il rimborso.
Come è ormai noto, per motivi ancora in fase d’accertamento, l’Audace - dopo essere partita da Grado - al largo, all’altezza della Pineta, ha imbarcato acqua tanto da appruarsi paurosamente (inclinarsi cioè con la prua in direzione del fondo del mare).
Tecnicamente si fa riferimento ad un semi-affondamento, tale da aver costretto il comandante a dare il segnale di abbandono della nave lanciando altresì il “mayday” di soccorso, in quanto la motonave stava imbarcando abbondantemente acqua. Un abbandono nave avvenuto regolarmente, pur nell’immaginabile confusione e terrore.
A terra sono tornati, infatti, fradici, impauriti, tutti gli 81 passeggeri e i 4 membri dell’equipaggio sani e salvi (solo otto di loro hanno avuto bisogno di qualche cura).
L’Audace è stata tuttavia salvata dai rimorchiatori che sono riusciti a trainarla fino a Porto Nogaro, dove si trova sotto sequestro per consentire di scoprire le cause di quanto accaduto.
Le denunce, si diceva. Ci penserà ovviamente l’assicurazione dell’Apt per quel che concerne i danni materiali, ma non è escluso che qualcuno chieda anche i danni morali in quanto i passeggeri ne hanno passate davvero tante in quella giornata che certamente non dimenticheranno.
Il fatto è accaduto attorno alle 11.30 del 12 giugno scorso e a mettere i piedi a terra i primi passeggeri l’hanno fatto attorno alle 15. Diverse ore in mare, dunque, tutti inzuppati, qualcuno da testa a piedi. E meno male che in mare erano presenti per normali servizi dei mezzi della Guardia Costiera che sono giunti in aiuto in poco tempo.
Ad ogni modo, ricordiamolo, passeggeri ed equipaggio sono prima fatti salire sulle zattere di salvataggio, poi causa il mare forza 3 sono stati fatti salire sui rimorchiatori che avendo un importante pescaggio sono più stabili. Ma non è finita. Proprio per via del pescaggio, i rimorchiatori non sono potuti entrare a Grado. Ecco così il necessario ulteriore trasbordo sui mezzi della Guardia Costiera.
L’operazione Mare Sicuro non era ancora iniziata ma tutto il grande apparato di soccorso, come aveva avuto modo di sottolineare anche il Prefetto di Gorizia, aveva dimostrato quante e quali siano le eccellenti professionalità (anche da parte dei volontari) di tutti, dalla Guardia Costiera ai sanitari, ai vigili del fuoco, alla Guardia di Finanza e anche a tanti privati che si sono avvicinati offrendo vestiario, bevande calde e alimenti per tutti. L’Audace è a terra in attesa delle verifiche dei periti. Ora si vocifera che per prendere il suo posto tornerà l’Adriatica. Se così sarà, che fine farà la linea marittima Grado-Lignano?—
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