Tragedia sul Natisone, il fiume restituisce la carta di credito di una delle due ragazze annegate
PREMARIACCO. Ventitré giorni di ricerche affannose, in tutte le modalità possibili, e ancora nessun risultato. Di Cristian Molnar, il 25enne romeno travolto dalla piena del Natisone nel pomeriggio di venerdì 31 maggio, non c’è alcuna traccia, nonostante i sommozzatori abbiano scandagliato i fondali con un’accuratezza tale da riuscire a trovare perfino un orecchino e una carta di credito appartenute alle due ragazze, Bianca e Patrizia, trascinate via dalla corrente insieme all’amico e trovate senza vita, 48 ore più tardi, sulle sponde del fiume.
[[ge:gnn:messaggeroveneto:14409817]]
Dettagli che attestano – sottolinea il sindaco di Premariacco, Michele De Sabata – lo zelo delle forze del soccorso, da oltre tre settimane impegnate quotidianamente con decine e decine di unità lungo il corso d’acqua, su un’area progressivamente più estesa: «Non si è mai vista, in Italia – ha commentato il primo cittadino in una diretta sui social, rivolta in primis al popolo romeno, per ragguagliarlo sull’andamento delle attività –, una campagna di ricerca di questa portata e durata: circa 1.600 operatori del soccorso sono passati per Premariacco, dal giorno della disgrazia, lavorando per 8 ore al giorno. E si continuerà ancora, nella speranza di poter restituire il corpo di Cristian ai suoi cari, che solo così potranno trovare pace: lo stesso vale per la comunità di Premariacco, che da questa tragedia è rimasta scioccata. Giovedì – giornata in cui è stata eseguita, invano, l’ennesima immersione, in un punto nel quale si ipotizzava potesse essere finalmente ritrovato Cristian – si è svolto un incontro in Prefettura, per il punto sul prosieguo delle ricerche».
[[ge:gnn:messaggeroveneto:14386971]]
Si va avanti, dunque, soprattutto con le ricognizioni a terra, coadiuvate dai gruppi cinofili. «La mia convinzione – conclude il sindaco – è che il giovane sia dentro il fiume, sommerso da pietre e ghiaia, e che sarà proprio il Natisone, in una futura piena o, al contrario, in condizioni di secca estrema, a restituirlo»