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Июнь
2024

Il riscatto del passato e la voglia di futuro: le migliori imprese del Friuli Centrale

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Manca sempre meno a Best Performer, il progetto che il gruppo Nord Est Multimedia, che pubblica anche il Messaggero Veneto, ha deciso di intraprendere con la collaborazione di ItalyPost. L’incontro con le migliori imprese del Friuli Centrale si terrà giovedì alle 17, nella Sala Consigliare Egidio Feruglio di Piazza Indipendenza 1, a Feletto Umberto. Per partecipare è sufficiente registrarsi sul sito www.eventinem.it.


Il Friuli ha una sua peculiare storia, anche economica, ed è la storia di un territorio che ha saputo evolvere e crescere recuperando il distacco che pativa nel confronto delle alte regioni diventando, insieme al Veneto, il “motore” del Paese. Quella del Friuli è una storia di riscatto, da sempre.

E, ancora oggi, permane l’intreccio tra la terra e i suoi frutti, retaggio di un’economia a lungo agricola, e altre attività, segnatamente manifatturiere, mettendo a frutto una vocazione anch’essa antica, quella artigiana, diventata poi industriale, che caratterizza la regione. Questo per dire che nell’elenco delle Best Perfomer, ovvero le 100 aziende eccellenti del Friuli Centrale, troviamo le multinazionali e le imprese familiari, nate 50, 60, 70 anni fa, che hanno superato innumerevoli sfide, che hanno saputo crescere, evolvere, innovare e competere. Accanto alcune grandi aziende - tra cui una che, di nuovo, riporta alla storia economica del territorio, e quindi anche alla cooperazione - che hanno compiuto salti dimensionali notevoli.

A queste aziende eccellenti, il gruppo Nord Est Multimedia, editore del Messaggero Veneto e di altre 6 testate del Nord Est, in collaborazione con ItalyPost, dedica un evento che ha l’ambizione di raccontare queste imprese, e soprattutto di far raccontare da loro, modalità e strategie che hanno fatto sì che riescano ad essere motori di crescita e di sviluppo del territorio.

«Gli investimenti - sottolinea Piero Petrucco, presidente di Confindustria Udine - hanno prodotto un tessuto produttivo locale trasformato: più innovativo, resiliente e sostenibile. Ed è interessante notare come, analizzando i vari settori, circa l’80% delle aziende in classifica appartiene a quelli identificati dalla cosiddetta “Strategia di Specializzazione Intelligente” (S3) del Friuli Venezia Giulia. Questa strategia è proprio nata con l’obiettivo di massimizzare l'impatto degli investimenti in ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione, in coerenza con le specializzazioni dei singoli territori».

Inoltre queste aziende «rappresentano l’ossatura del Paese e nello specifico del Nord Est, e molte di esse sono le cosiddette “multinazionali tascabili” - ancora Petrucco - e il Friuli centrale ospita molte di queste “multinazionali tascabili” con le loro filiere territoriali. Il Made in Italy e la flessibilità del tessuto industriale italiano rappresenta un fenomeno unico e si identifica principalmente con la nostra manifattura, proprio quella rappresentata da queste imprese. Ecco che i nostri territori, quindi, non sono un limite, ma un vantaggio competitivo. L’ecosistema locale, con le sue competenze e i suoi valori, si qualifica come attore dello sviluppo».

Nella classifica delle imprese Best, come detto, troviamo alcune aziende di medio-grande dimensione, moltissime medie, e tante piccole. Convivono multinazionali e imprese familiari che presidiano «un territorio - dichiara Luca Cristoforetti, direttore generale di CiviBank - che rappresenta il cuore di CiviBank, in cui siamo radicati profondamente, come dimostra la presenza delle tante nostre filiali». Una vicinanza che si declina in «attenzione alle esigenze delle aziende, in supporto nei loro percorsi di investimento e di crescita, come dimostra il nostro nuovo piano industriale che prevede un importante ampliamento delle concessioni creditizie, ma anche servizi, come il Desk estero per assisterle nelle esportazioni».

Dal passato al futuro, in un contesto complicato come quello attuale, le Imprese Best sono chiamate ad agire comunque, ad affrontare sfide sempre nuove, attrezzandosi per competere. E se ieri, ricordando la storia, la disponibilità di risorse umane è stata raramente un problema, oggi è uno dei fattori cruciali, destinato ad esserlo sempre più. «Attrarre e trattenere talenti - considera Cristoforetti - è una questione cruciale, perché credo che ciò che lega temi come la competizione e l’incertezza, siano le persone. È su di loro che occorre investire, puntando sulla formazione, ma anche sulla qualità della vita nelle aziende».

«Esiste un aspetto demografico - rileva Paolo Ermano, economista, docente all'Università di Udine - che è già evidente e si aggraverà, ma c’è anche un aspetto di attrattività. Ad esempio, le aziende più performanti potrebbero avviare un percorso incrementale per gli stipendi elevando così il benessere del territorio. Oltre a questo, si può immaginare un’azione di sistema: coordinate eventualmente dalle associazioni di categorie, le aziende potrebbero investire sul territorio per renderlo più attrattivo, ad esempio attraverso la creazione di servizi che rendano più agevole la conciliazione, mentre la parte pubblica potrebbe destinare una quota di investimenti per rendere questa regione una possibile scelta per chi arriva da altri territori, o altri Paesi».




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