L’informazione che cambia pelle al centro dell’evento «Glocal Farm»
News storming. Ecco, ci mancava solo questa. Eppure ce l’abbiamo davanti agli occhi, anche noi addetti ai lavori: quell’eccesso di informazione che rischia l’effetto boomerang. Una sorta di bombardamento di massa che produce l’effetto contrario: ti allontana, anziché attirarti. Una sorta di stordimento che è sia collettivo, sia individuale. E che spinge sempre più soggetti a fuggire a gambe levate dinnanzi alle notizie. Specie se sono gridate, o solo negative, o superficiali. Se poi dovessero risultare persino false, ecco che la frittata è fatta.
Lo certifica l’ultima edizione del «Reuters Digital News Report», un osservatorio atteso sempre con grande interesse dal mondo dell’informazione. Tempi duri per il generalismo, per la catena di montaggio che sforna news a ripetizione. Ma tempi duri anche per l’informazione sui social, con algoritmi sempre più portati a schivarle, le notizie, più che ad amplificarle.
Google e Facebook sono state prese alla sprovvista dall’Intelligenza Artificiale di OpenAI e stanno cercando di correre ai ripari, ma secondo gli esperti il danno è fatto: secondo qualcuno siamo vicini a un «great platform reset» che riscriverà tutte le regole del gioco. Qualche Big Tech potrebbe persino sgretolarsi con la stessa, supersonica velocità alla quale è cresciuto. Previsioni, va detto, ampiamente dibattute.
Sono in ballo tanti ecosistemi: quello della centralità perduta della carta stampata, quello relativo ai modelli di business, così come il modo di fare giornalismo nell’era delle piattaforme e dell’intelligenza artificiale. La quale, come tutte le rivoluzioni epocali, non è il Bene, né il Male ma una rivoluzione da gestire, sapendo tendenzialmente da dove partiamo ma senza avere una reale certezza su dove andremo a parare. In tutto questo, due espressioni in inglese ci dicono molto del rapporto tra informazione e pubblico, oggi.
La prima è «real time». In tempo reale, che spesso - troppo spesso - significa in fretta. E la fretta, come noto, è una cattiva consigliera. Che siano i siti o i social, le radio o le televisioni, il rischio di pubblicare senza aver prima verificato è notevole.
La seconda è «on demand» e riguarda un mondo di consumi che non interessa solo le news. La fruizione è decisa, nelle sue modalità e nei suoi tempi, dall’utente stesso. Così come guardo una serie in tre settimane o in una giornata intera (divorandola come un gran libro); così come decido liberamente se ascoltare un podcast poco alla volta o tutto d’un fiato, allo stesso modo le notizie sono ovunque e sono sempre meno coloro che attendono il telegiornale della sera o il giornale fresco di edicola per sapere cosa è accaduto. Ed è per questo che i giornali, oggi, sono un’altra cosa: un mezzo per sapere, certo, ma anche per capire. O comunque per sapere di più.
«Glocal Farm», l’evento organizzato da Nord Est Mutlimedia e Festival Glocal martedì 25 giugno a H-Farm (Roncade, Treviso) si occuperà di questo: l’ecosistema dell’informazione e il suo grado d’innovazione. Ragionandoci su con molti protagonisti di questi mondi e affiancando ai ragionamenti sull’informazione anche due altri importanti corni.
Il programma completo
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Round 1 - L’ecosistema dei media dalla tradizione al futuro
Innovazione e media: da un sistema definito a un ecosistema complesso. A che punto siamo con l’informazione?
Serie di speach di 15 minuti con alcuni protagonisti:
Paolo Possamai, direttore editoriale di Nem, introduzione della giornata di lavori e inquadramento
Francesco Cancellato, direttore Fanpage: Dietro le quinte del giornalismo digitale
Sara Zambotti, conduttrice Caterpillar Radio 2: Il nuovo Rinascimento radiofonico
Francesca Milano, direttrice Chora News: Le storie da ascoltare: il podcast è una scommessa o il mezzo del presente?
Beniamino Pagliaro, founder e Ceo di Good Morning Italia: Il tempo è prezioso e le newsletter accompagnano la conoscenza
Bianca Arrighini, co-founder factanza: Nuovi linguaggi per nuovi lettori: cosa cambia con i social Fabrizio Brancoli, vice direttore Nord Est: Giornalismo di confine: le comunità e i territori
Marco Giovannelli, direttore VareseNews e presidente Anso: Esiste ancora l’iperlocal con il digitale?
Talk finale
Luca Ubaldeschi, direttore responsabile Nem
Massimo Russo, direttore digitale Hearst corporation
Andrea Riffeser Monti, presidente di Fieg
Riccardo Terzi, Head of News Partnerships, Southern Europe, Google
Carlo Bartoli, presidente Ordine dei giornalisti
Intermezzo - La formazione che cambia- A cura di H-FARM
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Round 2 - Formazione e informazione in un ecosistema che cambia
I saperi al passo dei tempi con linguaggi ed esperienze che escono dall’ambiente accademico per innovare e confrontarsi con l’ecosistema mediatico
Elisabetta Tola, Bo Live, Università di Padova
Gianni Riotta, direttore Master giornalismo Luiss Roma
Marco Ferrando, direttore Master giornalismo di Torino
Lino Patruno, direttore testate Master giornalismo dell’Ordine di Puglia e dell’Università di Bari
Presenta e modera: Annalisa Monfreda, co-founder Rame
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Campioni di disintermediazione
Intervista live a Luca Zaia, Presidente Regione Veneto con Paolo Possamai, direttore editoriale Nem
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Round 3 - Dal garage al campus: innovazione ed economia
L’Italia è troppo piccola per fare innovazione? Le storie tra start up, formazione, comunicazione in un ecosistema in continua trasformazione
Riccardo Donadon, fondatore e amministratore delegato H-Farm: I “cerchi” dell’innovazione per far crescere i giovani imprenditori di domani
Gabriele Ronchini, Ceo Zest Investments: Ha ancora senso parlare di start up?
Annalisa Monfreda, co-founder Rame: Quali soldi fanno la felicità?
Gino Franco, Managing Director di Yunex Traffic Italia
Presentano e moderano: Michele Mancino, vice direttore VareseNews e Paolo Cagnan, vicedirettore Nem con delega all’area digitale
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