Emergenza caldo in Friuli Venezia Giulia, ecco il piano operativo per fronteggiarla
TRIESTE Una rete contro l’emergenza caldo. Dopo settimane di pioggia, sì, adesso serve. Sono coinvolti la direzione centrale Salute, l’Arpa, la Sores, la Protezione civile, i Comuni con i loro servizi sociali, l’Azienda di coordinamento per la salute, le Aziende sanitarie, i medici di medicina generale, i pediatri.
Giovedì scorso dall’Arpa è arrivato il primo segnale di preallarme, classificato come «debole disagio», e le tre Aziende hanno iniziato a mettere in atto il monitoraggio dei pazienti fragili.
Le linee guida
A definire le linee guida è una delibera di aprile della giunta regionale in un contesto in cui il sistema si deve preparare per tempo visto il cambiamento climatico in atto, con temperature che, prima del cambio di rotta di questi giorni, dopo che a maggio si è rimasti poco sopra i 17 gradi, si erano già avvicinate due mesi fa ai 30 gradi in pianura e punte superiori ai 20 in montagna.
Su proposta dell’assessore alla Salute Riccardo Riccardi, l’esecutivo ha approvato il “Piano operativo regionale per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute-procedura di allertamento per l’emergenza caldo-sorveglianza epidemiologica”.
Il documento
Un documento di 17 pagine che contiene gli indirizzi per la gestione della problematica e dispone che ogni ente sanitario elabori un suo specifico piano aziendale - la cui attuazione è responsabilità del direttore sanitario - concentrato in particolare sulle modalità con cui è garantita la ricezione dell’allarme 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, oltre che sull’allerta delle strutture interessate.
Asugi, AsuFc e AsFo stanno chiudendo in questi giorni piani in cui si riepilogano le consuete indicazioni della stagione estiva. Nel caso di Asugi, una riunione martedì ha fatto il punto della situazione sulla fase di monitoraggio dei pazienti fragili, circa 1.500 nella Venezia Giulia, contattati attraverso il servizio Televita per raccomandare loro attenzione su più fronti, caldo compreso. Stessa linea viene comunicata da AsuFc e AsFo.
Cosa succede quando scatta l’emergenza
Quando scatterà l’emergenza, attivata dai bollettini dell’Arpa e della Regione, si provvederà a trasmettere a quelle stesse persone, a domicilio, nelle case di riposo, negli ospedali, le buone regole da seguire con le temperature in rialzo. Regole di buon senso, rivolte soprattutto alle persone fragili.
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Consigli utili a tutti
«Le persone anziane e quelle con più patologie sono le più fragili e le più esposte alle ondate di calore – premette Andrea Di Lenarda, primario Patologie cardiovascolari di Asugi –. Come difendersi? Non uscire nelle ore calde, non esporsi ai raggi ultravioletti e quindi proteggersi con le creme, idratarsi anche senza lo stimolo della sete, imponendosi almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, mangiare frutta e verdura, contenendo grassi e alcolici che creano calore. E stare attenti ai possibili sintomi da colpo di calore: mal di testa, vertigini, stanchezza, nausea. In quel caso, nell’attesa della guardia medica, raffreddarsi faccia e polsi con panni bagnati».
Nello specifico delle donne in gravidanza, fa sapere Roberta Giornelli, responsabile della piattaforma ostetrica di Asugi, «è importante bere non meno di due litri di acqua al giorno, limitare le bevande gassate, zuccherate e molto fredde, conservare con attenzione i cibi. E serve anche migliorare il microclima nell’abitazione, fare docce, non esporsi al sole. Sole che va assolutamente evitato per i bambini, da non portare nemmeno sotto l’ombrellone, da coprire con vestiti larghi, da non fare entrare in auto prima di averla raffreddata».
L’anno scorso, quando il caldo divenne insopportabile, la Regione assicurò fino a fine agosto un servizio di informazione via call center per ridurre e prevenire i danni alla salute conseguenti all’innalzamento della temperatura ambientale.
In caso di disturbi di calore (debolezza e stanchezza, mal di testa, nausea e vomito, vertigine, stato confusionale) le raccomandazioni erano (e sono ovviamente valide pure quest’anno) chiedere aiuto, rinfrescarsi, bere acqua a piccoli sorsi, distendersi con le gambe sollevate, usare una borsa di ghiaccio sulla testa. Se la situazione non si risolve, necessario chiamare il medico di famiglia, ma per le situazioni di emergenza sanitaria l’interlocutore diventa il 112.
Oltre al monitoraggio delle Aziende, l’impegno a sensibilizzare la popolazione a rischio è anche di medici di famiglia e pediatri, mentre le commissioni di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo potranno decidere eventuali sospensioni delle manifestazioni temporanee aperte al pubblico in previsione del possibile perdurare delle ondate di calore.
Purtroppo, la statistica informa che, pur con queste precauzioni, nel forte disagio la mortalità totale per cause naturali e cardiovascolari aumenta in media del 30% e per cause respiratorie dell’80%.—
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