Bar fatto esplodere a Quinto, la titolare: «Attentatori non vi temo, riaprirò»
«Le minacce? Riaprirò il bar». Questa la risposta di Sara Puppato all’incendio doloso che ha distrutto il suo bar, l’epilogo di una serie di intimidazioni subite dalla donna fin dall’apertura del locale, avvenuta a marzo subentrando alla precedente gestione.
«Ho aperto quattro mesi fa e fin da subito sono arrivate le minacce. Mi è arrivato un cartello a casa, dopo mi hanno rotto un vetro e rovinato qualche tavolo. Alla fine questo» racconta Puppato, che fino quasi a mezzogiorno è rimasta nei pressi del suo locale, confortata dalla famiglia e raccogliendo la solidarietà di tutta Quinto, compreso il parroco don Stefano Bressan.
Un crescendo di violenze
Le minacce si sono concretizzate in un crescendo di violenza: «A un mese esatto è arrivato il primo cartello con scritto “Vai via dal bar altrimenti ti facciamo male”. Questa è una minaccia, ma stiamo scherzando? Pensavo appunto che fosse così, invece due mesi dopo hanno rotto la vetrata del bar. La scorsa settimana il tavolo». Puppato vive con il partner Manuel e le figlie a Badoere di Morgano.
Le ipotesi
Tutto si sarebbe aspettata, tranne una telefonata nel cuore della notte per avvisarla dell’esplosione avvenuta nel suo bar: «Ero a letto, stavo dormendo e sono venuta qua in pigiama – continua a raccontare la titolare del Dolce Caffè – Non so, in realtà, che cosa sia successo e posso solo fare delle ipotesi. Le forze dell’ordine devono ancora fare tutti i rilievi per capire come sia andata. Comunque, i due malviventi sono in caserma, li hanno fermati grazie alle testimonianze dei vicini».
Non c’è ombra di dubbio, l’incendio è di natura dolosa: «Ora si cercherà di capire chi li ha mandati, non sono entrati per rubare. A parte gli alcolici, che hanno fatto scoppiare, non è che ci fosse chissà che cosa. O forse non volevano farla così grossa, le fiamme hanno fatto scoppiare le bombole del gas, ma questa è sempre una mia ipotesi».
Le indagini sono in corso, soprattutto per stabilire le dinamiche e Puppato ha una domanda a cui vuole trovare presto risposta: «Vorrei tanto sapere il perché. Non tanto chi, ma il perché». Nonostante il grave atto intimidatorio, la donna è determinata a riaprire il suo bar. «Riaprirò con un parcheggio più grande», ha dichiarato con tenacia.
Il dolore della mamma
La madre di Puppato, Laura Francescato, ha espresso la sua rabbia e il suo dolore per l’accaduto: «Quello che si vede si commenta da solo. Hanno colpito una ragazza onesta che a marzo aveva iniziato il suo lavoro, che le piace e si è visto perché aveva la sua clientela. Sara era contenta. Ha sempre ricevuto minacce, anche a casa. Non sapevo nulla fino alla scorsa settimana, quando le hanno rotto la vetrina, perché non voleva allarmare i propri genitori. Da mamma dico che non è giusto che tutto ricada sulle spalle di una brava ragazza, che vuole fare la sua attività e far crescere i suoi bimbi e la sua famiglia. Non è giusto».
Francescato ha anche denunciato le ulteriori minacce subite dalla figlia: «A suo marito hanno insinuato che lei ha un altro uomo, che era meglio chiudere. Non va bene, non è possibile una cosa del genere, non è ammissibile».