Nel cellulare di Patrizia gli attimi prima della tragedia: selfie, video e momenti di allegria con gli amici
Le ultime chiamate: quattro, in meno di mezz'ora, al numero unico per l'emergenza. Ma anche le foto scattate poco prima che il Natisone portasse via la sua vita e quella dei suoi amici: scatti della Premariacco beach, selfie e video per immortalare momenti che erano di gioia. Prima della tragedia. Il cellulare di Patrizia Cormos è stato restituito sabato alla famiglia, una volta completati agli accertamenti tecnici disposti dal pm titolare dell'inchiesta sulla morte della ventunenne e degli amici Bianca Doros e Cristian Molnar, inghiottiti dalle acque del fiume il 31 maggio scorso.
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La copia forense e le foto
La mamma e il papà di Patrizia possono rigirarsi tra le mani il telefonino della figlia, riconsegnato dalla Procura. I tecnici del laboratorio hanno provveduto a effettuare quella che in gergo si chiama copia forense ovvero la copia di ogni bit dei dati digitali immagazzinati in un dispositivo. I genitori della giovane hanno così potuto provare a ricostruire gli ultimi momenti di vita della figlia, a partire dalle quattro richieste di soccorso al 112, fatte partire da Patrizia. Ma non solo: nella galleria dell'iPhone di Patri ci sono le foto scattate poco prima della piena. Selfie, foto che immortalano il paesaggio visto dal greto, video con Cristian e Bianca. «Si vede chiaramente – indica l'avvocato Maurizio Stefanizzi, che assiste la famiglia Cormos – che nei momenti in cui sono state scattate le foto l'isolotto è ancora all'asciutto». E a proposito delle chiamate, il legale avanza una richiesta: «Ci piacerebbe sentire quelle telefonate, vorremmo ascoltare il contenuto», è l'auspicio.
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La relazione al Ministero
L'attività della Procura prosegue senza sosta nel tentativo di ricostruire con precisione l'attivazione della catena dei soccorsi, a cominciare proprio dalle chiamate di soccorso partite dal cellulare di Patrizia. Parallelamente la Prefettura di Udine sta lavorando alla relazione «sulle primissime attività di soccorso svolte da strutture pubbliche a favore dei tre giovani travolti dalle acque del Natisone», richiesta con una lettera indirizzata al prefetto Domenico Lione dal ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci. Una procedura di raccolta delle informazioni, quella attivata dal Palazzo del governo udinese, che dovrà giocoforza intersecarsi con il lavoro degli inquirenti: ottenuti i primi risultati dell'inchiesta la relazione sarà trasmessa al dicastero presieduto dall'ex governatore della Sicilia.
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L'interrogazione in consiglio a Trieste
La vicenda intanto approda in Consiglio regionale: Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha presentato un'interrogazione, evidenziando come «nessuno metta in dubbio che gli operatori abbiano seguito i protocolli, come nessuno dubita della professionalità e generosità dimostrata dai soccorritori sul campo, fino all'eroismo del pompiere che ha sfidato il fiume per cercare di salvare i ragazzi. Ma dopo quanto accaduto sembra doverosa una riflessione sui protocolli, per capire se devono essere modificati o incrementati, così da cercare di impedire il ripetersi di simili tragedie». Honsell ha sottolineato in particolare «l'esigenza di creare procedure operative condivise tra le centrali Nue 112-Sores di Palmanova e quelle dei Vigili del fuoco, anche per meglio regolamentare il soccorso tecnico urgente, che è sì di competenza dei Vigili del fuoco, ma è anche compreso tra le attività dell'elisoccorso regionale».