Il caso di Barbona: l’opposizione si dimette, rimane un solo consigliere
I membri dell’opposizione del Consiglio comunale di Barbona si dimettono a pochi giorni dalla loro elezione e un consigliere di minoranza rimasto mette in atto una scissione dal gruppo “Barbona solidale”.
Martedì 25 giugno, il piccolo paese della Bassa padovana è stato colpito non solo da una bomba d’acqua, che ha causato vari problemi ai residenti, ma anche da una crisi all’interno dell’opposizione, che ora vede solo un rappresentante della lista di Angelo Motta sedere in consiglio comunale.
La vicenda
Il Consiglio era stato convocato per le 21, e nell’ordine del giorno c’erano anche le dimissioni di Angelo Motta, candidato a sindaco nella recente tornata elettorale. Il 18 giugno, Motta aveva comunicato di non voler sedere nei banchi dell’opposizione, consegnando le dimissioni dal suo ruolo.
Al suo posto, però, il primo cittadino si aspettava di vedere subentrare gli altri consiglieri, ma così non è accaduto.
«Avevamo lavorato tutto il giorno con la protezione civile a causa delle forti piogge che avevano creato vari problemi alle abitazioni, e quando sono arrivato in consiglio comunale pensavo di poter portare avanti l’ordine del giorno senza ulteriori problemi» spiega il sindaco Francesco Peotta.
«Tra l’ordine del giorno del Consiglio c’era la convalida degli eletti, e Motta non era stato convocato perché si era dimesso qualche giorno fa senza motivare la scelta. Le 127 persone che hanno votato la lista di Motta quindi si ritrovano a essere rappresentate da una sedia vuota. Solo Flavio Salvan della lista “Barbona solidale” era presente tra la minoranza».
Il primo dei non eletti, Ferdinando Rizzo, avrebbe infatti dovuto subentrare a Motta, ma così non è stato: «Al momento delle surroghe, abbiamo atteso Rizzo, ma non era presente in sala, nonostante fosse stato avvisato. Anche la consigliera Ambra Fiocco, che avrebbe dovuto subentrare, ha dato le dimissioni» continua Peotta.
«Al suo posto quindi sarebbe dovuto subentrare Nico Diamante, il secondo dei non eletti, che però ha riservato un colpo di scena».
Diamante, presente in sala, ha spiegato al Consiglio che formerà un gruppo a parte: «Il consigliere ha sottolineato di distinguersi dall’unico consigliere di minoranza presente, cioè Salvan, spiegando che avrebbe fatto gruppo consiliare a parte, con una sua civica» continua il sindaco Peotta.
«Una profonda spaccatura della minoranza avvenuta a pochi giorni dalle elezioni e anche incompleta, dato che di tre consiglieri ne era presente solo uno e l’altro si è staccato. Una situazione spiacevole e di mancato rispetto per i cittadini» conclude Peotta.
Angelo Motta
Il candidato a sindaco Angelo Motta ha voluto spiegare che le sue dimissioni sono state causate da un’incompatibilità lavorativa: «Sono collaboratore del sindacato pensionati CGIL e quindi non posso anche fare il consigliere comunale dato che le due cariche sono incompatibili» spiega Motta.
«Se fossi stato eletto sindaco, avrei rinunciato al mio ruolo lavorativo. Sono dispiaciuto per le dimissioni degli altri consiglieri e per la spaccatura creatasi».
I precedenti
Non è la prima volta che si accendono i riflettori sulle elezioni amministrative del piccolo comune.
Nel 2019, infatti, il sindaco Francesco Motta aveva sfidato Domenico Farlò, 57enne di Maratea (Potenza), candidato però a sua insaputa dalla lista “L’Altra Italia”, che aveva fatto scoppiare il caso “Candidopoli”.