Cementificio di Monselice, al via un impianto pilota per abbattere le emissioni di carbonio
foto da Quotidiani locali
La campagna elettorale a Monselice ha messo d’accordo tutti i candidati – sindaca riconfermata compresa – su un punto: entro il 2029 le cementerie attive negli Euganei vanno riconvertite, come prevede l’articolo 19 del Piano Ambientale del Parco Colli.
A elezioni archiviate, Buzzi Unicem – l’unica cementeria oggi attiva a Monselice – risponde indirettamente annunciando un investimento importante proprio in termini di sostenibilità ambientale.
Nuada, azienda del Regno Unito fornitrice di tecnologie per la cattura della CO2, ha infatti reso noto l’avvio del suo impianto pilota nel cementificio di Buzzi Unicem a Monselice, «quale soluzione per una produzione di cemento a basse emissioni di carbonio e aprire la strada alla decarbonizzazione del settore».
Nuada e Buzzi Unicem non nascondono la valenza dell’intervento: «Questo progetto pilota segna una pietra miliare nell’innovazione in materia di cattura di carbonio e dimostra le potenzialità della moderna tecnologia di Nuada nell’ambito della produzione di cemento».
In termini puramente tecnici, la soluzione di cattura del carbonio sviluppata dall’azienda britannica combina i nuovi sorbenti solidi denominati metal-organic frameworks con un evoluto processo di assorbimento a pressione oscillante sottovuoto. A farla molto più semplice, un sistema alimentato elettricamente separa l’anidride carbonica dai gas di combustione industriali utilizzando la pressione anziché il calore.
«Offre un approccio promettente per superare le sfide in termini di consumo energetico, costi e integrazione rispetto all’impiego di soluzioni tradizionali di cattura del carbonio nell’industria», spiegano i diretti interessati.
Sottolineano Conor Hamill e Jose Casaban, entrambi co-ceo di Nuada: «La tecnologia di cattura del carbonio che stiamo impiegando è la più efficiente dal punto di vista energetico mai concepita finora. Una soluzione che ridefinisce il panorama della decarbonizzazione in settori di difficile abbattimento come quello del cemento. Questo impianto dimostra la robustezza, la scalabilità e gli straordinari vantaggi del nostro innovativo sistema di cattura. Insieme a Buzzi stiamo dimostrando quello che sarà il futuro della cattura del carbonio nel cemento».
L’impianto è già attivo e, a detta delle due aziende, cattura una tonnellata di CO2 al giorno dai gas di scarico dello stabilimento. Un numero importante, che può avere un peso in uno dei grandi limiti del comparto: il settore del cemento contribuisce attualmente al 7% delle emissioni globali di carbonio, motivo per cui la cattura della CO2 diventa la leva principale nel processo di decarbonizzazione richiesto anche da tutte le recenti normative e direttive.
Puntualizza Luigi Buzzi, chief technology officer di Buzzi: «La nostra azienda è sempre stata all’avanguardia nella tecnologia e nella ricerca di soluzioni innovative. Siamo entusiasti di accogliere l’avanzata tecnologia di cattura della CO2 di Nuada e lanciare la campagna di sperimentazione pilota a Monselice: non vediamo l’ora di trovare riscontro alle grandi aspettative riposte nella tecnologia Nuada, confidando sul fatto che questa possa giocare un ruolo di primo piano nel percorso di decarbonizzazione dell’industria del cemento».
Paolo Paoletti, direttore dell’impianto di Monselice, specifica: «Durante questi mesi le emissioni della cementeria non subiranno variazioni, poiché l’anidride carbonica catturata sarà reintrodotta nel circuito delle emissioni. La percentuale di gas utilizzati sarà pari a circa lo 0, 2% del flusso complessivo e non si prevedono cambiamenti significativi nella temperatura dei gas emessi. Inoltre, l’impianto non fa uso di risorse idriche né produce rifiuti».
Puntualizzazione non banale, visto che proprio il possibile utilizzo dei Css, il combustibile ricavato da rifiuti, è uno dei timori che Comune di Monselice e ambientalisti hanno sempre avanzato in merito all’attività del cementificio cittadino.