Il premier polacco Tusk riapre la partita Ue: “Non c’è Europa senza Italia, senza Meloni nessuna decisione”
“Nessuno rispetta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e l’Italia più di me. È un malinteso: a volte servono delle piattaforme politiche specifiche per agevolare il processo, la posizione comune dei tre maggiori gruppi serve a facilitare il processo. La decisione spetta al Consiglio europeo. Non c’è Europa senza Italia, non c’è decisione senza Giorgia […]
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“Nessuno rispetta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e l’Italia più di me. È un malinteso: a volte servono delle piattaforme politiche specifiche per agevolare il processo, la posizione comune dei tre maggiori gruppi serve a facilitare il processo. La decisione spetta al Consiglio europeo. Non c’è Europa senza Italia, non c’è decisione senza Giorgia Meloni. Per me è ovvio”. Lo dice il primo ministro Donald Tusk, arrivando a Bruxelles al Consiglio Europeo.
Dieci giorni fa lo stesso Tusk aveva indicato che i numeri per una maggioranza per la decisione sulle nomine sulla base dell’intesa dei tre partiti esiste senza Meloni. Le parole del leader polacco sono lette come un segnale distensivo nei confronti della premier italiana, non tali però da mettere in discussione la linea scelta da Ppe, Pse e liberali.
Tusk e la ricostruzione della partita Ue: solo un bluff?
La decisione di sostenere un secondo mandato per von der Leyen è stata presa durante un accordo del Consiglio europeo, in cui sei negoziatori chiave hanno giocato un ruolo cruciale. Tra questi, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis e il primo ministro polacco Donald Tusk per il Partito popolare europeo (PPE) di von der Leyen, i socialisti rappresentati dal cancelliere tedesco Olaf Scholz e dal primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, e i neoliberisti rappresentati dal presidente francese Emmanuel Macron e dal primo ministro uscente olandese Mark Rutte. Von der Leyen aveva precedentemente mostrato interesse a includere i Conservatori e Riformisti europei (ECR) guidati dal primo ministro italiano Giorgia Meloni in una coalizione, proposta che è stata però respinta dai socialisti e liberali.
Socialisti e liberali hanno chiesto l’esclusione della Meloni
Questi ultimi hanno infatti richiesto l’esclusione della Meloni dai colloqui come condizione per sostenere la rielezione della von der Leyen. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha fortemente criticato questi negoziati chiusi, affermando che l’accordo a sostegno di von der Leyen è stato “fatto con la sinistra e i liberali” e va contro i principi fondanti dell’UE. Orbán ha sottolineato come “invece di inclusione, si semina il seme della divisione,” insistendo che i funzionari dell’UE dovrebbero rappresentare tutti gli Stati membri, non solo quelli di sinistra e liberali
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