Un mese fa la tragedia del Natisone: cosa resta di quell’abbraccio a Premariacco
A volte scorre veloce, altre rallenta inesorabile, con i minuti che sembrano ore e i giorni che paiono non diventare mai notti. Il tempo s’allunga e si contrae, come il mantice di una fisarmonica, una di quelle che accompagna i canti e i balli tradizionali della Transilvania, la regione della Romania dalla quale provenivano Cristian Casian Molnar, 25 anni, Bianca Doros, 23, e Patrizia Cormos, 21.
Tutti e tre di Tarna Mare, un paesino di 3 mila abitanti al confine con l’Ucraina, si erano ritrovati in Friuli, dove Patri abitava. E per festeggiare il risultato di un test pre-esame che la più piccola del gruppo aveva brillantemente superato all’Accademia di Belle Arti, avevano deciso di concedersi una passeggiata sul Natisone, in quella Premariacco beach ben conosciuta dai friulani e diventata tristemente nota a livello nazionale proprio un mese fa, nel primo pomeriggio di venerdì 31 maggio.
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Già, il tempo. Cristian, Bianca e Patrizia erano scesi sul greto del fiume per scattare qualche selfie tra i ciottoli bianchi levigati dall’acqua. Quella stessa acqua che nel giro di pochi minuti si è rivelata una trappola fatale: la richiesta d’aiuto, partita dal cellulare di Patri, la macchina dei soccorsi che si mobilita, l’arrivo dei vigili del fuoco, quel tentativo estremo di un sommozzatore dei pompieri, l’acqua che sale, fino a rendere vana la resistenza dei tre giovani, che per provare a opporsi alla forza della corrente si erano abbracciati, in quel gesto quasi naturale ripreso dai cellulari di chi aveva notato i giovani in difficoltà.
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Il Natisone ha restituito i corpi dei tre ragazzi con i suoi tempi: quelli di Patrizia e Bianca a distanza di 48 ore dalla tragedia, quello di Cristian ventitrè giorni dopo.
Giorni in cui i soccorritori non hanno mai smesso di cercare. Sul tempo, in fondo, è incentrata l’inchiesta aperta dalla Procura di Udine, che punta a fare luce sulle modalità e le tempistiche di attivazione dei soccorsi: gli investigatori hanno acquisito i tabulati delle telefonate al 112, hanno sentito soccorritori e testimoni, cercando di ricostruire quegli istanti.
Ora è ancora una volta il tempo della riflessione, del dolore e del ricordo. Nella cappella di Satu Mare è stato celebrato il funerale di Cristian, le cui spoglie sono arrivate dal Friuli: cuori di rose bianche, gialle e rosse hanno accompagnato l’ultimo viaggio terreno del venticinquenne.
A Ipplis, la comunità di Premariacco si è ritrovata invece per ricordare «Cristian, Patrizia, Bianca e tutte le persone che hanno perso la vita del Natisone», ha detto il parroco don Nicola Degano nel corso della messa celebrata ieri a quattro settimane dalla tragedia. Intanto, come confermato dal sindaco Michele De Sabata, durante l’ultima seduta del Consiglio comunale di Premariacco è emersa la volontà di conferire la cittadinanza onoraria ai Vigili del fuoco per l’impegno alacre messo in campo nel corso delle ricerche dei tre ragazzi.