Il comune di Vajont sotto inchiesta: perquisita la casa del sindaco, la Gdf acquisisce i documenti
VAJONT. Due anni di indagini, con il prelievo di decine di documenti e varie perquisizioni in municipio e nell’abitazione del sindaco Virgilio Barzan: l’inchiesta della Procura di Pordenone nei confronti dell’amministrazione comunale di Vajont va avanti dall’estate del 2022 dopo i primi esposti su criticità gestionali riscontrate a più livelli.
Alcuni di questi atti sono a firma del gruppo di opposizione composto dall’ex sindaco Lavinia Corona e dai già assessori Fabiano Filippin, Kevin Considine e William Rubin.
Barzan e la sua maggioranza non hanno inteso commentare la notizia delle perquisizioni effettuate dagli uomini del comando provinciale della Guardia di finanza di Pordenone, coordinati dal sostituto procuratore Carmelo Barbaro. Da parte loro, Lavinia Corona e i suoi preferiscono che il lavoro degli inquirenti sia concluso prima di portare la questione in consiglio comunale, magari con una richiesta di dimissioni o di chiarimento.
«Sarebbe comunque inutile, visto che da due anni l’assise è convocata a piacimento del sindaco, spesso senza rispettare i termini di legge, e con continui errori, omissioni e forzature – hanno riferito i quattro esponenti dell’opposizione, che in passato sono stati anche ricevuti a Pordenone dall’ex prefetto Domenico Lione –. Sin dall’inizio abbiamo denunciato criticità e anomalie. Gli uffici sono stati subito svuotati del personale – hanno ricordato –, sostituito con volontari e agenzie a chiamata. Il limite imposto dalla legge per indire una gara d’appalto è sistematicamente superato con affidamenti diretti sottosoglia alle stesse società, poi via via incrementati di budget. Si tratta di una procedura corretta? Lo stabiliranno i giudici – hanno aggiunto dalla minoranza –, ma intanto il paese va a rotoli, con sportelli privi di servizi o chiusi all’improvviso, fornitori sul piede di guerra e malumori anche nelle realtà confinanti».
Da quanto è emerso dagli ambienti investigativi, sono numerosi gli episodi all’attenzione di Procura, Corte dei conti e Regione per gli aspetti erariali e amministrativi.
Ci sono stati casi di privati che hanno tagliato alberi in piena salute e si sono portati a casa la legna da ardere, tra le proteste social di numerosi cittadini. O l’affidamento del servizio scuolabus con un’offerta vantaggiosa mai presa in considerazione. Infine, il mancato rilascio di documenti previsti dalla normativa, l’omesso report sugli abusi edilizi e persino il mancato rispetto dell’obbligo militare della lista di leva. Le ipotesi di reato spaziano dall’abuso di ufficio (di prossima abrogazione da parte del governo Meloni), falso in atto pubblico, peculato, omissione di doveri e soppressione di beni sottoposti a pignoramento.