Centodieci gatti abbandonati in pochi mesi
Abbandono di gatti, l’Alta padovana è maglia nera della provincia di Padova. Un fenomeno che rischia di crescere con l’arrivo dell’estate e che fa alzare la guardia al mondo animalista. I
l volontariato spesso si trova ad affrontare a mani nude una situazione di inciviltà a dir poco preoccupante e che si lega anche all’andamento demografico: sempre più anziani non autosufficienti abbandonano le proprie case per trasferirsi in casa di riposo e i mici – a loro volta con qualche anno sulla groppa e qualche acciacco – vengono accompagnati all’uscio dalle famiglie.
Esasperazione dei Volontari
A raccontare l’esasperazione è Marina Barzon, delegata per l’Oipa di Padova: «Quello che ci preme raccontare è la nostra frustrazione. Nel corso di quest’anno abbiamo già accolto più di 110 gattini, con o senza mamme». L’associazione – attiva da oltre quarant’anni – si pone alcuni obiettivi cardine, fra cui «la tutela e la valorizzazione della natura e dell’ambiente, l’abolizione della vivisezione nei vari Paesi del mondo e la difesa degli animali da qualsiasi forma di maltrattamento: caccia, circhi con animali, corride, feste popolari con animali, randagismo, pellicce, traffico di animali, zoo, allevamenti intensivi, macelli».
Situazione Fuori Controllo
Il fenomeno degli abbandoni registra una situazione ormai fuori controllo principalmente nel nord della provincia: «I ritrovamenti di cuccioli abbandonati sono per lo più verso l’Alta padovana». Barzon lamenta una certa solitudine, il buon cuore delle animaliste non basta. In una parola: non ce le fanno più, gli sforzi sono spropositati e l’inciviltà dilaga. «Le istituzioni non aiutano, è tutto in mano ai volontari», taglia corto la delegata dell’Oipa.
Appello alle Istituzioni
Che incalza: «Questo non è più ammissibile. I Comuni devono iniziare a creare delle campagne di sensibilizzazione a favore delle sterilizzazioni». Come sempre, il nodo è spesso culturale, di formazione, di costruzione di un pensiero solido: «Sono necessari progetti perché il cittadino venga informato. Vanno strutturati percorsi nelle scuole con noi associazioni, è giusto che si conoscano le situazioni, le sofferenze, i problemi».
Problema dei Gatti degli Anziani
L’Oipa segnala un altro dettaglio del problema, un dettaglio di profonda desolazione, che evoca solitudini, disumanità, fatica e fragilità: «Vogliamo parlare di tutti quei gatti di persone anziane che vengono buttati fuori di casa? Gli anziani muoiono, o vengono portati nelle case di riposo, e i familiari molto elegantemente accompagnano alla porta d’uscita il micio, abbandonandolo a un destino triste». Un destino di cui provano a farsi carico le volontarie. «In questi casi», osserva Barzon, «abbiamo a che fare spesso con un gatto anziano che non può certo cavarsela da solo».
Richiesta di Impegno Pubblico
Trattandosi di un problema che riguarda la dimensione pubblica e la società nel suo complesso, l’Oipa si attende un cenno di impegno: «Vorrei ricordare che se le istituzioni e lo Stato funzionassero a dovere il volontario non esisterebbe», ribadisce Barzon. L’appello dell’associazione è rivolto a cercare chi abbia una certa sensibilità e possa dare un contributo: «Si possono unire le voci al coro di protesta per le tante ingiustizie che gli animali subiscono continuamente. Da quarant’anni lottiamo in Italia e nel mondo per la salvaguardia dei diritti animali e, grazie all’aiuto di chi decide di non essere più solo spettatore ma di diventare protagonista del cambiamento, cresciamo ogni giorno di più e possiamo fare realmente la differenza per moltissimi animali».
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