Scuole a Trieste, una gara da oltre 5 milioni per la riqualificazione della Giotti-Stuparich
Uno dei grandi interventi di riqualificazione edilizia scolastica è giunto, dopo cinque anni di gestazione, al punto decisivo: entro venerdì prossimo, 5 luglio, dovranno pervenire in Comune le offerte per operare sul compendio Giotti-Stuparich in strada di Rozzol. Base d’asta pari a 5,2 milioni. Procedura negoziata senza bando, previo invito di una decina di imprese. Contraente scelto con il criterio del minor prezzo. Durata dell’operazione: circa due anni fino al luglio 2026.
Il complesso raccoglie istituti di ordine e grado differente, essendo composto dalla primaria Giotti, dalla secondaria di primo grado Stuparich e dalla materna che porta lo stesso nome della medaglia d’oro. È frequentato, tra allievi e personale docente-amministrativo, da circa 800 persone.
Il valore complessivo del ripristino è ingente: 6,5 milioni di euro di quadro economico, comprendente lavori, progettazione e Iva. Normative sismiche, antincendio, barriere architettoniche, efficientamento energetico, bonifica amianto: servizio completo.
Servizio completo quanto necessario: lo staff tecnico di progettazione definitivo-esecutiva, sicurezza, direzione lavori è formato da Riccardo Schvarcz, Mario Fiscon, Caterina Nania, Flaviano Merlo. La loro relazione generale sottolinea l’ammaloramento delle strutture, le scale di emergenza non in buono stato ed erroneamente posizionate, pavimentazione in piastrelle in vinilamianto fissate mediante colle a loro volta contenenti amianto. Viene inoltre evidenziata «una forte vulnerabilità sismica» causata dalle scelte progettuali originarie.
Obiettivo dell’intervento: associare i benefici del cappotto termico alla necessaria sicurezza sismica, attraverso un’organizzazione dei lavori basato su un cantiere per settori consecutivi e compartimentali. Non sarà facile muoversi, stante la viabilità di accesso «piuttosto limitata». Lo stesso complesso – rileva la relazione – venne realizzato su un pendio costituito da vari terrazzamenti e i vari stabili hanno diversi piani di posa. Una curiosità: i quattro edifici vennero costruiti «verosimilmente» negli anni Sessanta. La dubbiosità dell’avverbio dipende dal fatto che non è stato possibile recuperare il progetto originale negli archivi delle amministrazioni competenti, bensì solo alcuni elaborati riguardanti interventi successivi, in particolare quello del 1977.
In precedenza si è fatto riferimento alla storia finora quinquennale (ma alla fine gli anni diventeranno 7) di questo ripristino, in quanto il processo di finanziamento e di progettazione si è rivelato piuttosto complesso. Avvio nel 2019 – ricordano la delibera dell’assessore Elisa Lodi e la determina a contrarre del dirigente Luigi Fantini – con l’ottenimento di un primo contributo dalla Regione e con l’affidamento della fattibilità tecnico-economica a Roberto Pambianco. La progettazione esecutiva andrà poi al ragguppamento temporaneo di professionisti capeggiato da Schvarcz, per un importo globale di 261 mila euro. Il preventivo della riqualificazione viaggia attorno ai 4 milioni, in massima parte finanziati dalla Regione.
Ma ecco aleggiare la classica grana: negli anni 2021-22, a causa anche del boom edilizio correlato ai bonus, si assiste al surriscaldamento dei prezzi delle materie prime, per cui i professionisti impegnati nel progetto calcolano un maggior costo del cantiere per oltre 2 milioni, che porta la stima complessiva della riqualificazione a quei 6,5 milioni prima accennati. La Regione interviene nuovamente, aggiornando il finanziamento e consentendo quindi la realizzazione dell’opera.