Museo delle miniere di Traversella, un’ametista di 26 cm dono dei familiari dell’ex direttore Fusi
TRAVERSELLA
Agostino Fusi era stato direttore delle miniere Fiat di Traversella dal 1939 fino al 1963, quando morì. Testimonianze della sua vicenda professionale e familiare sono ora conservate nel Museo minerario del paese in tre vetrine al centro di una sala a lui intitolata.
Tutto questo grazie a una donazione al Gruppo minerario Valchiusella da parte di una figlia dell’ex direttore, Maria Grazia che, a partire dal 1950, visse con la famiglia in un alloggio delle ex miniere condividendo così la vita dei minatori e degli operai che lavoravano nei cantieri.
Racconta Maria Grazia Fusi: «Ricordo che tra i carrelli colmi di materiale estratto cercavo campioni di minerali che raccoglievo per poi consegnarli al babbo affinché li conservasse insieme con i propri. Pensando a quei tempi, dopo 60 anni ho deciso di donare al Museo traversellese l’intera collezione mineralogica di papà, fino ad allora custodita con grande affetto e composta di oltre 200 campioni di varia provenienza, tra cui uno splendido cristallo di quarzo ametista, proprio di Traversella, di ben 26 centimetri di lunghezza». Successivamente Maria Grazia ha arricchito la propria donazione di alcuni pezzi ai quali era più affezionata, come il diploma di perito minerario di suo padre, insieme con la sua croce di Cavaliere del lavoro, oltre a libri di geologia e fotografie di famiglia. Aggiunge la figlia dell’ex direttore: «Sono davvero orgogliosa che il Museo si sia arricchito e valorizzato con il materiale che ho donato.
La vetrine si presentano con una chiave di lettura nuova, per comprendere il lavoro e la serietà con i quali mio padre si occupava della miniera e dei minatori che vi lavoravano. E va dato atto al presidente del Gruppo mineralogico Valchiusella, Luca Del Piano, di aver disposto in modo eccellente l’intera raccolta, dando così vita a materiale quasi dimenticato».
Lo stesso Del Piano sottolinea poi come non sia da tutti privarsi di una collazione di minerali così ricca e di oggetti di grande valore affettivo. «Un gesto nobile, quello compiuto da Maria Grazia Fusi, alla quale esprimiamo la nostra profonda gratitudine», dice il presidente del Gmv.
Dei minatori che lavorarono agli ordini del direttore Fusi, l’unico ancora in vita è il brossese Renato Battistino, 93 anni, al quale tempo fa la stessa Maria Grazia Fusi volle far visita.
«Un signore, Agostino Fusi. Un uomo saggio e comprensivo al quale i minatori si potevano rivolgere per qualsiasi problema, sicuri di essere ascoltati e se del caso consigliati. Ed era capace di tollerare anche qualche marachella compiuta dal personale», ricorda Battistino.
Come quando il direttore sorprese un minatore che, terminato il proprio turno di lavoro, si stava allontanando nascondendo sotto le ascelle, coperti da una larga mantellina, due sacchi di cemento da 50 chili l’uno. Fusi, avvisato, lo raggiunse soffermandosi in conversazione per una ventina di minuti con quell’uomo grande e grosso, rimasto impassibile nonostante il pesante carico. Stupefatto ed incredulo, il direttore gli disse poi: «Adesso vai pure, quei sacchi di cemento te li sei guadagnati».