Rai, assunti il figlio di un amico dell’ad Sergio e un uomo di Casapound legato al clan Spada. Usigrai: “Ombre inquietanti”. Attivato un audit
Il figlio di un amico di lunga data dell’ad e un ex esponente di Casapound a Ostia, legato al clan mafioso degli Spada. Ci sono anche queste due figure tra i cinque programmisti multimediali assunti di recente dalla Rai tramite l’agenzia di selezione del personale Adecco, scavalcando concorsi interni, stabilizzazioni e liste di disoccupazione. A rivelarlo è Repubblica, dando voce a una denuncia della Rsu (la rappresentenza sindacale dei lavoratori) che ha già innescato una salva di reazioni, portando all’immediata attivazione di un audit interno all’azienda. Il primo nome segnalato nell’articolo è quello di Matteo Tarquini, figlio di Giovanni, amico storico dell’amministratore delegato di viale Mazzini Roberto Sergio (che è stato suo testimone di nozze nel lontano 1990, nonché compagno di numerose vacanze insieme alle rispettive mogli). Tarquini junior, scrive Rep, è stato assunto con “inquadramento di livello 1“, cioè in pratica quello di un funzionario.
Ma tra i neo-programmisti Rai c’è un personaggio ancora più “scivoloso”: Ferdinando Colloca, alias “mr Ferdy il guru”, body painter e dj, già esponente di Casapound ad Ostia, candidato con il movimento neofascista alle Regionali e legato per motivi di affari alla famiglia Spada, di cui fa parte quel Roberto che rifilò una testata a un giornalista del servizio pubblico, Daniele Piervincenzi, e per questo fu condannato in via definitiva a sei anni di carcere (ha finito di scontare la pena a ottobre 2022). Colloca peraltro ha già due fratelli dipendenti dell’azienda radiotelevisiva nazionale: Salvatore, esponente di Fratelli d’Italia e poi della Lega, è programmista regista, mentre Gaetano lavora nell’area digital.
Subito dopo l’uscita dell’articolo Sergio ha annunciato un audit, cioè un’indagine interna, “a tutela dell’azienda e della figura dell’ad”. Per l’Usigrai, il sindacato maggioritario dei giornalisti del servizio pubblico, “la denuncia della Rsu della radiofonia sulle ultime assunzioni di programmisti multimediali getta un’ombra inquietante. Assunzioni”, si legge in una nota, “avvenute grazie a una modifica del codice anticorruzione Rai, avvenuta senza alcun confronto sindacale, e fortemente contestata da Usigrai. Se qualcuno al settimo piano di viale Mazzini pensa di utilizzare lo stesso metodo per chiamate dirette anche in ambito giornalistico, sappia che troverà la granitica opposizione dell’Usigrai”. Per Vittorio di Trapani, segretario della Fnsi (il sindcato unitario dei giornalisti) “in Rai si torna a metodi della vecchia politica: assunzioni per amici e parenti. Il trucco è in una modifica al piano anticorruzione che infatti l’Usigrai contestò”, sottolinea a sua volta.
Reazioni indignate anche dalla politica: “Se fosse confermata la notizia di una parentopoli in Rai sarebbe di una gravità inaudita. La principale industria culturale del Paese non può essere degradata a un marchettificio ad uso e consumo di pochi eletti senza alcuna trasparenza e in spregio al merito. Porteremo questo caso immediatamente in Commissione di Vigilanza perché è necessario fare luce su tutta la vicenda assunzioni, tanto più in un momento così delicato come quello che sta vivendo il servizio pubblico in questo periodo”, fa sapere il Movimento 5 stelle. “Hanno trasformato la Rai di viale Mazzini prima in Telemeloni e poi in un suq“, attacca Sandro Ruotolo, eurodeputato e responsabile Informazione del Pd. “È proprio notte fonda in Rai. Si proceda subito alla riforma della governance, ad applicare il Media freedom act. Non c’è tempo da perdere”, incalza. Mentre il deputato di Alleanza verdi e sinistra Angelo Bonelli annuncia un’interrogazione parlamentare: “È un’occupazione della Rai e questa situazione pone seri problemi sui metodi, sui criteri e sulla trasparenza delle assunzioni all’interno dell’azienda”.
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