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Июль
2024

Spresiano, imprenditore morto dopo l’anestesia: un medico a processo

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Morì poco dopo che gli fu somministrata l’anestesia, prima di un intervento chirurgico di riduzione di una cicatrice alla spalla in una clinica estetica della Marca.

Il primo luglio, per la morte del noto imprenditore opitergino Vittorio Silvestrini, 72 anni, avvenuta nel settembre del 2020, s’è formalmente aperto il processo per omicidio colposo a carico di un medico, Cristiano Biagi, 52 anni di Lucca (difeso dall’avvocato Maurizio Paniz), all’epoca chirurgo presso la clinica “Centro di Medicina e Chirurgia Estetica” di Spresiano.

Il pubblico ministero Massimo De Bortoli gli contesta la mancata valutazione dei rischi e delle controindicazioni dell’intervento chirurgico su “un paziente affetto da cardiopatia ischemica cronica e in precedenza sottoposto a triplice bypass aorto-coronarico”.

Il decesso fu causato da un arresto cardiaco determinato da “fibrillazione ventricolare”.

Quel giorno - era il 17 settembre di quattro anni fa, l’imprenditore avrebbe dovuto sottoporsi alla riduzione di una cicatrice relativa ad un precedente intervento avvenuto nella stessa clinica. Ma quando era ormai tutto pronto per l’inizio dell’intervento, Silvestrini s’era improvvisamente sentito male.

I medici che lo stavano seguendo avevano lanciato immediatamente l’allarme alla centrale operativa di Treviso Emergenza.

Una decina di minuti più tardi un’ambulanza del 118 era già in via Galvani a Spresiano ma le pratiche di rianimazione, peraltro iniziate dagli stessi medici della clinica, non avevano avuto effetto. Al medico del 118 non era rimasto altro che dichiarare il decesso di Silvestrini.

«Avevamo predisposto tutto per l’intervento», disse all’indomani della tragedia Francisco Mora Zambrano, il responsabile della clinica di Spresiano. «Il paziente doveva soltanto subire un piccolo ritocco ad una cicatrice in anestesia locale. Era cardiopatico ma in sala operatoria c’erano anche un rianimatore e un anestesista. Un’equipe al completo per qualsiasi evenienza. Abbiamo fatto davvero tutto il possibile».

Subito dopo la tragedia, la moglie di Silvestrini, Carolina Drusian, era stata chiamata da un’infermiera della clinica che le aveva comunicato la triste notizia.

L’imprenditore era molto noto ad Oderzo e dintorni proprio per la sua attività e la notizia della sua morte fece presto il giro della zona di Oderzo e del basso Pordenonese.

Nel lontano 1979 fondò la Perlarredi, un’azienda leader nel mercato dei perlinati.

Proprio un anno prima di morire, nel 2019, Silvestrini con moglie e i figli Mauro e Michele, che ne hanno rilevato la conduzione, avevano festeggiato assieme ai dipendenti i 40 anni d’attività nella sede di Azzano Decimo, un edificio che si espande su una superficie di 25 mila metri quadrati con 18 addetti, dove si produce, oltre che perline, anche pellet, grazie alla segatura ricavata dal truciolo di puro abete utilizzato nelle lavorazioni.

La prossima udienza è stata fissata a gennaio del prossimo anno.

I familiari, moglie e figli sono pronti a costituirsi parte civile con l’avvocato Remo Lot.




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