Cade dal balcone a Opicina dopo un litigio, la compagna in carcere. L’uomo in ospedale in gravi condizioni
TRIESTE. Le urla forti, sempre più forti, come di un violento litigio. E poi un tonfo: il rumore sordo del corpo di una persona che sbatte per terra. Opicina, via dei Papaveri 20. Condominio Ater di tre piani. Sono circa le quattro di domenica pomeriggio quando un uomo di 45 anni viene trovato da una vicina sull’erba del giardino di casa.
La donna sente le grida, sente il tonfo, e corre fuori a vedere cosa sta succedendo. «Aveva gli occhi sbarrati e un livido viola in testa», racconta la donna. A cui non ci è voluto molto per capire cosa fosse successo: il quarantacinquenne era appena precipitato dal balcone del primo piano. Un volo di cinque metri. «In quel momento – riprende lei – la sua compagna era ancora affacciata al terrazzo e si è messa a urlare minacce contro di me e contro un’altra vicina accorsa in strada. Poi, da lassù, ci ha scagliato addosso lo stendibiancheria. Lo abbiamo schivato».
Non sappiamo con precisione cosa sia realmente accaduto. L’uomo si è buttato? O è stato sollevato di peso e lanciato letteralmente dal terrazzo? Quel che è certo è che ora è ricoverato in Rianimazione a Cattinara in condizioni critiche. E c’è un fermo: proprio quello della compagna, che ora è in carcere. Il Piccolo decide di omettere i nomi delle due persone coinvolte, a tutela del figlio della coppia.
Il pm Maddalena Chergia ha aperto un fascicolo d’indagine su cui stanno ora lavorando i Carabinieri del Comando della Compagnia di Aurisina e della Sezione rilievi del Nucleo investigativo. I militari dell’Arma con le tute bianche sono rimasti sul posto per ore, anche di notte, per raccogliere elementi utili a ricostruire l’accaduto: misurazioni, tracce sull’erba, testimonianze. La pista iniziale dei Carabinieri è quella del tentato omicidio. Ma si attende che sia il pm a formulare ufficialmente l’ipotesi di reato conclusiva da presentare al gip per la convalida del fermo. La donna, origini slovene e, da quanto risulta, dipendente di una casa di riposo di Opicina, ora è in carcere. È assistita dall’avvocato d’ufficio Massimiliano Speranza.
La caduta e i soccorsi
Quando i vicini si fiondano in strada per capire cosa succede, il quarantacinquenne è seduto per terra, sull’erba del giardino, a petto nudo e con addosso solo dei pantaloncini corti. Sembra frastornato, in stato confusionale. «Aveva gli occhi sbarrati e quel livido viola», ripete la residente che arriva per prima e che, per poco, non si prende lo stendibiancheria in testa lanciato dalla compagna dell’uomo che continua a gridare dal balcone. «Me l’ha tirato addosso minacciandomi», ricorda la signora. Che, un istante dopo, chiama i soccorsi. Anche i sanitari del 118 trovano il quarantacinquenne seduto, tanto che la situazione lì per lì non appare particolarmente grave. L’uomo si alza anche e, come intontito, fa qualche passo per entrare in ambulanza. I sanitari lo portano a Cattinara, ma le sue condizioni peggiorano improvvisamente e sono costretti a intubarlo. Ora è ricoverato in Terapia intensiva: la prognosi, fino a ieri sera, era riservata. Se avesse sbattuto la testa sul cordolo del marciapiede, a pochi centimetri dal fazzoletto di erba del giardino sotto il terrazzo, probabilmente gli esiti sarebbero stati subito tragici.
L’indagine
Il fascicolo è nelle mani del pm Chergia che dirige l’attività dei Carabinieri. È possibile che l’indirizzo investigativo seguito dagli inquirenti resti quello del tentato omicidio, più che delle lesioni personali. La compagna del quarantacinquenne è comunque in stato di fermo, in carcere al Corneo. Il suo legale, l’avvocato Speranza, ieri pomeriggio ha parlato con lei.
Le testimonianze
A sentire i residenti della zona non è la prima volta che dall’appartamento al primo piano di via dei Papaveri 20 si sente gridare. «Uno dei fatti più gravi era avvenuto tre anni fa – ripercorre un vicino – quel signore era venuto a bussarmi a casa per domandare aiuto. Era stato picchiato con colpi alla testa, aveva tagli alle braccia e sanguinava. L’avevo aiutato a medicarsi».
Ma, stando alle testimonianze dei condomini, gli episodi sarebbero tanti. «Quei due litigano spesso – spiega un altro vicino – siamo convinti che lui, peraltro piuttosto basso di satura, sia succube della donna, alta oltre un metro e ottanta, e subisca spesso maltrattamenti. Lui ha paura di lei. Talvolta li vediamo mano nella mano mentre vanno a fare la spesa al supermercato, altre sentiamo gridare dal loro appartamento e notiamo lui che scappa di casa. Sono venuti molto spesso i Carabinieri». Pure domenica pomeriggio i vicini si sono accorti che qualcosa non andava: «Si stavano azzuffando come sempre – sospira una residente – e stavolta lui non è riuscito a scappare».