Viveva e frequentava le scuole a Pordenone, ragazzina di 13 anni muore in Marocco
PORDENONE. Una storia difficile da raccontare, un dolore troppo grande per lasciare indifferenti.
Safaa Mouhdi, una adolescente di tredici anni, nata nel 2011, una alunna che frequentava le scuole medie Pasolini di Roraigrande e viveva nel quartiere di via Pontinia da molti anni con i genitori e due fratelli più grandi, non c’è più.
È morta all’improvviso. È deceduta in Marocco dove, dopo la scuola, era rientrata con la mamma. Domenica 30 giugno la notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno nella comunità pordenonese, dove la ragazzina era ben inserita e benvoluta.
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Le informazioni su come sia avvenuto il decesso arrivano frammentarie, proprio perché i fatti si sono svolti in un altro Paese e le comunicazioni finora sono state date, comprensibilmente, in modo succinto dai famigliari, toccati da un dolore che nessuno dovrebbe affrontare. Safaa si sarebbe sentita male – secondo quanto si è potuto apprendere – dopo aver mangiato. Non è escluso che il cibo possa aver generato in lei una reazione allergica tale da farla entrare in coma e da risultarle letale. Alla notizia del grave stato di salute anche il padre della ragazzina si è messo in viaggio per raggiungere moglie e figlia, ma quando è arrivato il suo cuore aveva smesso di battere. Un dramma nel dramma.
Nella comunità di via Pontinia, dove si trovano le case Ater, la notizia è arrivata come uno schiaffo, lasciando sotto choc i residenti e anche gli operatori del centro giovani che avevano imparato a conoscere e apprezzare quella ragazzina dolce che si affacciava alla vita. Alla famiglia è arrivato l’abbraccio – per ora virtuale – di tanti amici e vicini, tramite social. Tra cuori spezzati e catene di preghiere, ci sono molti messaggi toccanti.
«Viviamo ogni giorno accanto a persone con la certezza che le vedremo il secondo, il minuto, l’ora o addirittura il giorno dopo, ma in realtà non abbiamo la certezza di niente – scriveva domenica A. –. Oggi è morta una persona, una ragazza che aveva ancora tanto da scoprire, ma non potrà mai farlo. Nessuno se lo aspettava, ma è accaduto».
Un messaggio affettuoso lo ha scritto l’Opera sacra famiglia, che con i suoi educatori lavora nel centro di aggregazione giovanile di via Pontina. «Non ci sono parole – si legge – per descrivere questo momento. Non esistono parole che possano esprimere quello che sei stata e quello che sei per tutti noi! Una cosa però è certa...Il tuo sorriso e la tua purezza d’animo splenderanno e vivranno sempre nei nostri cuori. Continua a brillare dolce angelo. Proteggi i tuoi fratelli e i tuoi genitori da lassù...A presto piccola Sofi, ti vogliamo bene».
Una carezza che non può cancellare il dolore, ma che racconta di una comunità che nei momenti più duri sa farsi più vicina a chi sta soffrendo.