Bianco alla guida della Caritas diocesana di Ivrea: «Serve un team con tutti i gruppi»
IVREA. Da tempo il diacono Fiorenzo Bianco era il successore designato per la Caritas di Ivrea, colui che avrebbe preso il posto di Emiliano Ricci dopo 12 anni alla guida dell’associazione perché negli ultimi quattro anni è stato il suo braccio destro. Il passaggio di testimone, avvenuto la scorsa settimana, è stato naturale e le novità per mandare avanti i tanti servizi di volontariato non mancano, a partire dalla recente collaborazione con il Bioindustry Park di Colleretto Giacosa, che metterà a disposizione della Caritas i pasti non consumati della mensa aziendale.
«Era stato Emiliano a chiedere al vescovo Cerrato di avere accanto qualcuno che potesse dargli una mano in maniera organica - racconta Bianco a pochi giorni dalla presa in carica della Caritas. Lo stesso vescovo ha ringraziato Emiliano per aver formato il suo successore. Quando aveva preso in mano lui la Caritas l’organizzazione era ancora tutta da mettere a punto, non c’era nulla. Grazie a lui e al lavoro di molti volontari la struttura si è consolidata e riesce ad operare sul territorio».
Guardando al futuro, Fiorenzo Bianco non ha dubbi su quale sarà uno dei primi temi su cui mettersi a lavorar: «Bisogna prendere in mano la situazione per formare un team di Caritas diocesano. Ce ne sono quattordici attive sul territorio canavesano, ma servirebbe avere più sinergia tra i vari gruppi e agire in maniera coordinata. Su questo intendo mettermi subito al lavoro. Poi manderemo avanti l’organizzazione di Ivrea, con il prezioso aiuto di volontari, che hanno compiti specifici sulla base della loro grande disponibilità. C’è, infatti, chi si occupa del servizio mensa, chi dei vestiti, dei pacchi e degli ascolti. A dare una mano ci sono persone come Ugo Berti, che si occupa della parte scolastica e sta cercando di mettere in piedi dei progetti di alternanza scuola lavoro per far conoscere ai giovani questa realtà, mentre della parte economica dell’associazione si occupa Paola Oberto. Anche Emiliano continuerà a darci una mano, dedicandosi ai detenuti e a chi svolge servizi socialmente utili. In questi anni ci siamo avvicendati in molte mansioni e andremo avanti così».
Per cercare di contrastare le criticità sul tema della casa, la Caritas eporediese è entrata a far parte anche della cooperativa La tenda: «Non abbiamo mai abbastanza alloggi a disposizione - continua Bianco -. Molti alloggi sono vuoti, ma le persone che si rivolgono a noi spesso non hanno garanzie da dare ai proprietari. Per questo era importante far parte de La tenda, che si occupa di reperire case e garantire un minimo ritorno ai proprietari attraverso affitti calmierati. Carla Avalle è la nostra voce nella cooperativa».
I numeri delle persone in difficoltà sono in aumento e la Caritas di Ivrea aiuta quotidianamente circa 50 persone senza fissa dimora o che hanno un rifugio ma non un posto per cucinare, oppure non ne sono capaci: «Le persone in difficoltà sono in aumento, tutte della zona e con problematiche di vario genere. Noi cerchiamo di dare un aiuto a tutti, tenendo conto delle problematiche attuali. Tra queste c’è il minor arrivo di derrate alimentari dal Banco alimentare. Alla base sembra ci siano ritardi burocratici che rimandano al Ministero delle Politiche sociali. A volte arrivano bibite e salumi e non la pasta. Non sono mancate le occasioni in cui abbiamo acquistato circa 2mila uova a prezzo calmierato per dare un aiuto a chi i salumi non li può mangiare, ma non possiamo farlo sempre. Noi distribuiamo a tutti in egual misura con quello che abbiamo. Durante l’anno riceviamo un grande aiuto dalle scuole, perché possiamo ritirare i pasti non consumati nelle mense e servirli a chi è in difficoltà. Quando finisce la scuola, però, ci troviamo sempre davanti al problema di dove trovare abbastanza pasti per tutti e di come prepararli, perché l’associazione non ha una cucina completa. A venirci in aiuto è stato il Bioindustry Park di Colleretto Giacosa: dalla fine della scuola il nostro furgone, grazie al consenso dell’azienda che gestisce il servizio mensa interno, va a ritirare le derrate non consumate. Siamo molto contenti di questa nuova collaborazione, molto importante perché ci permette di avere un po’ di respiro e di poter aiutare tutti». —