Ultima preghiera per Munib, morto a 18 mesi: tanti amici vicino ai genitori

Pavia. Una preghiera per Munib, il bambino di un anno e mezzo morto cadendo dal balcone di casa, in via Cascina Spelta.

Momento di raccoglimento

Il momento di raccoglimento è avvenuto è nel primo pomeriggio di ieri nello spazio islamico via San Giovannino alla presenza dei familiari del piccolo Munib e di numerosi amici. La comunità sudanese di Pavia è piuttosto numerosa e solidale. «Ci aiutiamo molto gli uni con gli altri - aveva detto Haider Mohamed Omar, il padre 23enne del bimbo scomparso – pensi che venerdì sera sono arrivate davanti a casa una sessantina di auto di connazionali che ci volevano portare parole di conforto. Anche da Milano e da altre città della zona».

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Ieri pomeriggio c’è quindi stato un primo commiato con rito rigorosamente islamico in attesa dello svolgimento dei funerali. La data non è stata ancora fissata perchè le pratiche burocratiche non sono state ancora completate.

Il giro negli uffici

«Abbiamo girato diversi uffici – spiega ieri mattina il padre che mostra sempre una grande calma per nascondere il terribile dolore – prima siamo stati in Prefettura, poi in Questura e in Comune. Infine ci hanno mandato negli uffici della procura dove ci hanno spiegato che per i funerali ci vorrà ancora qualche giorno. Il tempo necessario per sbrigare le formalità previste dalla legge».

Probabilmente dovrà anche essere eseguita l’autopsia per chiarire le cause del decesso anche se non ci sono dubbi particolari: Munib è infatti caduto dal balcone al quarto piano da un’altezza di circa quattordici metri. Il padre del piccolo è attorniato da diversi connazionali che non lo perdono di vista un istante. Uno di loro vestito con una tunica bianca gli fa anche da interprete per le frasi più difficili. L’uomo, in Italia da tre anni con la moglie coetanea, lavora come meccanico in una officina di via Riviera dove è stimato per le sue capacità professionali e per la sua volontà. La moglie Raiga Abaker Mohamed Boush è invece casalinga. Al momento della tragedia stava salutando un’amica che era appena arrivata a casa.

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«Venerdì pomeriggio – ha raccontato la giovane donna stravolta dal dolore – gli ho fatto la doccia e l’ho rivestito. Poi la mia amica ha suonato il campanello e sono andata ad aprire la porta. L’ho salutata sul pianerottolo con Munib dietro di me. E’ stato un attimo. Il bambino è ritornato in casa, è uscito sul balcone e dal triciclo è salito sul condizionatore. Si è sporto ed è caduto nel vuoto. Io e l’amica non l’abbiamo più visto e l’abbiamo cercato per tutta la casa. Lei è andata sul balcone e lo ha visto steso in cortile».