Rischia di annegare: giovane portato in salvo da un bagnante a Marina Nova
MONFALCONE Annaspava, ad una quindicina di metri dalla battigia. È finito sott’acqua. Le mani agitate in aria, a comunicare una richiesta di aiuto. Il ragazzo, tra i 28 e i 30 anni, ha rischiato l’annegamento, il panico a metterlo a dura prova, anche nella consapevolezza di non saper nuotare. È accaduto domenica pomeriggio, nella spiaggia di Marina Nova, brulicante di bagnanti. Il tratto di litorale antistante era quello all’altezza dei bagni e delle docce. Una situazione che non è passata inosservata poiché il ragazzo è stato soccorso e riportato a riva.
A metterlo in salvo è stato un giovane commerciante che opera in città. Assieme ai suoi amici aveva allungato gli asciugamani sul tratto di arenile a una distanza di una novantina di metri rispetto alla torretta del servizio di salvamento. «Ero in piedi sulla battigia, stavo guardando i bambini dei miei amici, quando ho notato la sagoma di una persona in evidente difficoltà», racconta Christian Tuccio. Che ha capito dopo come mai, in un punto dove il livello del mare non può indurre a nuotare, il ragazzo era in condizioni di particolare rischio. Il giovane, nell’addentrarsi in mare, ha incontrato una sorta di avvallamento, una “buca” imprevista finendoci dentro.
«Saranno state le 16.30 – prosegue Christian – quando ho notato che qualcosa non andava. Ho visto il ragazzo che non riusciva a nuotare, pur trovandosi in una zona dove si tocca. È finito in una fossa ed era chiaro che si trovava in difficoltà. In un primo momento mi sono girato verso la torretta di salvamento per dare l’allarme, ma non c’era nessuno, il bagnino doveva essere impegnato altrove». È stato a quel punto che è entrato in acqua, fino a raggiungerlo.
«L’ho preso di forza e l’ho portato fino a riva. Era bianco come un lenzuolo, faticava a parlare, l’ho adagiato sulla spiaggia e ho iniziato le manovre affinché si liberasse i polmoni dall’acqua».
Mentre Christian gli comprimeva il petto, con una pratica non certo improvvisata considerata la formazione di Pronto soccorso effettuata ai fini del conseguimento del brevetto in ordine alla patente nautica, gli altri amici hanno fatto quadrato. C’è chi è andato a cercare il bagnino, chi si è unito alle attività utili a mettere l’infortunato in condizioni agevoli e utili per il graduale recupero. Il collega del giovane, giunto con lui a Marina Nova, ha raggiunto il bar del chiosco tornando con una bottiglietta d’acqua per rinfrescarlo. Il ragazzo è rimasto del tempo lungo disteso, confuso e incapace di autonomia.
«Progressivamente l’acqua di mare ingerita è fuoriuscita completamente. Lo invitavamo alla calma, anche per regolarizzare la respirazione – ha continuato Christian –. Poi lo abbiamo rimesso in piedi aiutandolo a camminare. Era molto affaticato, stanco. C’è voluto più di un’ora affinché si riprendesse. Aveva bisogno di un angolo di ombra, non poteva rimanere troppo sotto il sole cocente». Giunto il bagnino, gli è stato consegnato. «Quando è arrivato ci ha detto “ci pensiamo noi”. È stato successivamente portato a casa».-
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