Discorso di insediamento del sindaco Corbatto: «Grado ha bisogno pure dell’opposizione»
GRADO «Dal momento del giuramento di lealtà alla Costituzione ho smesso di essere il sindaco di una parte politica. Mi sento e sono il sindaco di tutti i gradesi, e sono convinto che il rispetto dei cittadini e delle loro istanze sia il fondamento del buon governo della città. Terrò fede a questo impegno, che dichiaro pubblicamente». Così si è espresso, in occasione del suo primo intervento davanti al Consiglio comunale insediatosi dopo il voto dell’8 e del 9 giugno, il neosindaco Giuseppe Corbatto, il quale ha sostenuto che la città ha bisogno di un costante impegno civile che travalichi il periodo elettorale: «Grado ha ancora bisogno del contributo di tutti coloro che si sono spesi nelle varie liste, vincenti o perdenti, con la voglia di dare un apporto alla crescita della propria città».
La prima riunione del Consiglio comunale è stata aperta come da prassi dal consigliere anziano (il più votato) Greta Reverdito e tutto è filato liscio fino alla nomina del capigruppo, con la sorpresa della costituzione del gruppo autonomo da parte di Roberto Marin, un gruppo che si aggiunge a tutti gli altri presente fra gli scranni della minoranza, gli stessi già anticipati da Il Piccolo.
Le uniche polemiche della seduta si sono vissute al momento dell’approvazione delle indennità di funzione, che saranno aumentate dell’80% dato che Grado è una località turistica. Tutti hanno convenuto che l’impegno è senza dubbio gravoso e che quindi le indennità sono meritate, ma da parte della minoranza è emersa la richiesta di approvarle solo dopo aver conosciuto le linee programmatiche, che in realtà possono essere presentate entro 60 giorni. Inoltre Roberto Marin ha evidenziato che, anche se manca ancora un passaggio deliberativo, la Regione ha stabilito un aumento del 30% delle indennità, il che significa che l’aumento qui diventerà del 110%.
La delibera alla fine è stata approvata con i voti della maggioranza, la contrarietà dello stesso Roberto Marin e l’astensione degli altri consiglieri di minoranza, con l’eccezione di Renato Bonaldo, che ha annunciato la sua uscita dall’aula per non partecipare al voto.
Diversi i punti toccati, nonché le considerazioni e le opinioni espresse nel suo intervento iniziale da Corbatto, che ha affermato fra le altre cose che il mandato appena assunto vuol essere anche «un mandato di riconciliazione, di revisione dei rapporti tra le parti politiche e i propri sostenitori, trasformatisi spesso quasi in ultras calcistici: trasformiamo insieme le energie negative in determinazione positiva, mirante al bene della nostra città. Auspico che ciò possa avvenire anche in quest’aula».
E riferendosi sempre all’aula, il neosindaco ha sottolineato l’auspicio che non ci debbano essere nemici ma semplicemente avversari politici, con idee diverse, con i quali ci saranno scontri anche aspri e duri. Confronti che però non dovranno essere fini a se stessi ma avere come fine ultimo lo sviluppo della città e il bene dei concittadini: «Fate in modo che anche l’opposizione sia motore di stimoli e di proposte, la dialettica tra idee e visioni differenti è il fondamento della democrazia. Amministratori comunali sono tutti quelli che siedono in quest’aula, pur con ruoli diversi».
Quanto al come intende promuovere il suo mandato, Corbatto ha spiegato che «noi siamo stati chiamati a governare, non a comandare: quest’ultimo è un modo di porsi che non ci appartiene, né personalmente né politicamente, è un atteggiamento che mal si concilia con il sistema democratico-rappresentativo vigente in Italia».—
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