Roma, spintoni e insulti al presidio anti-razzista organizzato dopo una rissa tra famiglie italiane e indiane. Insulti ai manifestanti: “Fate schifo”
Una lite tra ragazzi e per un pallone, italiani da una parte e indiani dall’altra, degenerata in una rissa con tre feriti adulti: in meno di 24 ore Torpignattara, a Roma, è stato dipinto come un quartiere razzista dove italiani e migranti sono ai ferri corti. Al punto che nel corso di un presidio di solidarietà organizzato da Anci, Arci e altre rappresentanze politiche e sociali nel pomeriggio di oggi, martedì 2 luglio, ci sono stati insulti e spintoni: un gruppo di abitanti del quartiere si è avvicinato per contestare la presenza dei manifestanti. “Nessuno di voi è del quartiere. Siete tutti comunisti venuti qui da altre parti. Fate schifo”, ha urlato una donna. “Ti stacco la capoccia pure davanti alle guardie”, ha gridato un uomo.
La vicenda. I Carabinieri di Torpignattara, che ha altissima concentrazione di abitanti stranieri – cinesi, indiani, bengalesi, sudafricani e rumeni – stanno indagando su quanto accaduto nella notte tra domenica e lunedì. Secondo le ricostruzioni, vicino al parco, che di sera si anima di bambini e persone di ogni etnia che si incontrano dopo lavoro e che è stato riqualificato negli anni, con anche un giardino dedicato alle diverse religioni, area giochi, tavoli da scacchi e da ping pong, si stava svolgendo una festa di compleanno a casa di una famiglia indiana. I bambini, tra i 6 e i 14 anni, scendono a giocare in strada. Dapprima con la palla, poi l’abbandonano per lo skateboard. A quel punto tre ragazzini italiani, intorno ai 13 anni circa, prendono il pallone e ci giocano per qualche tempo. Quando è ora di rientrare, i ragazzi indiani chiedono indietro la palla ma non gli viene restituita. Inizia un alterco tra ragazzini, gli indiani chiedono aiuto ai genitori per riavere la palla e quando scendono in strada, arrivano – secondo la testimonianza delle stesse vittime – altri ragazzi italiani un po’ più grandi, ma di 18 anni al massimo. Volano insulti, anche razzisti, ma non solo, e uno dei genitori viene aggredito con un pugno al volto. Uno degli italiani lancia una bottiglia di birra. Un terzo, un 40enne di cui non è ancora chiaro se fosse accorso successivamente o se fosse un parente dei ragazzi italiani (le forze dell’ordine stanno cercando altre testimonianze e video dell’accaduto) aggredisce uno degli adulti indiani con una bottiglia spaccata, provocandogli una ferita al volto. Poi, mentre scappa, si accanisce su un lavoratore bengalese che in quel momento è appena sceso dall’autobus.
Il presidio. Il quartiere si è così spaccato in queste ore sull’accusa di razzismo. Se da un lato Torpignattara è un luogo di forte integrazione, con scuole elementari che hanno fino all’80% di studenti stranieri e con iniziative quotidiane di comitati e cittadini, dall’altro ci sono sacche di scontento soprattutto tra gli abitanti storici che in alcuni casi, come al presidio, emergono con forza e si rivolgono contro gli stessi italiani, oltre che contro gli stranieri.
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